Skip to main content

Autore: Closter

Quale concime usare nel tuo orto in inverno?

Guida su come mantenere sano e forte il tuo orto anche in inverno con il nostro concime a base di funghi micorrizici 

Per mantenere un orto fertile e rigoglioso è molto importante preoccuparsi di restituire alla terra sostanza organica ed elementi nutritivi che preleviamo con il raccolto, lo facciamo tramite la concimazione.

Si può concimare in molti modi, un buon metodo è realizzare una concimazione di fondo, ovvero apportare sostanze al suolo prima di piantare o di seminare.

La stagione autunno invernale è molto indicata per questo lavoro, visto che con l’arrivo del freddo molte piante esauriscono i loro raccolti e non è difficile avere appezzamenti a riposo. Approfittiamo quindi di questi mesi tardo autunnali per la nostra concimazione di fondo: vediamo insieme come realizzarla al meglio, sempre secondo tecniche di agricoltura biologica.

Quando iniziare a concimare il tuo orto?

L’autunno è un momento indicato per “ricaricare” il terreno dopo le coltivazioni estive, alcune sono molto esigenti (ad esempio zucchine, zucche, angurie, pomodori), e prima delle intense semine e trapianti autunnali. Si approfitta dell’inverno come momento di riposo, dove il concime organico comincia a entrare in rapporto con la terra e al tempo stesso le gelate aiutano la struttura del suolo.

In genere conviene fare lavorazione e concimazione di fondo nel tardo autunno, per cui fine ottobre o novembre, quando anche ortaggi autunnali come cavolfiori e finocchi hanno terminato il ciclo. Ovviamente a seconda della zona geografica si possono avere diverse condizioni climatiche e decidere di anticipare.

Importante fare queste operazioni con il terreno in tempera (leggermente umido ma non bagnato), evitando di lavorare terreno gelato o fradicio. 

Iniziamo con la concimazione di fondo

La coltivazione di fondo ha l’obiettivo di arricchire il terreno rendendolo fertile, prima dell’inizio della coltivazione. Si tratta quindi di una concimazione che deve essere fatta prima che la pianta venga seminata.

In questa fase dobbiamo ripristinare la ricchezza del suolo. 

Con questo intervento andiamo a portare elementi nutritivi. In particolare quelli principali sono azoto, fosforo e potassio (indicati con le sigle N P K), senza dimenticare i microelementi che sono ugualmente utili.

Radice Forte: il tuo alleato per concimare l’orto d’inverno

Concime in polvere con micorrize concentrate e fertilizzante naturale  per piante, prato e orto. 

Contiene micelio e spore vitali di funghi micorrizici, portatori di numerosi benefici:

  • creazione del legame simbiotico con le radici delle piante, riformando le ife che assorbono gli elementi nutritivi.
  • sviluppo radicale e maggiore assorbimento dal terreno dei macro e dei microelementi.
  • radicazione e attecchimento di nuovi impianti di fruttiferi, orti, prati, giardini e semi.
  • maggiore resistenza a stress termici/idrici e a malattie causate da funghi, batteri e agenti patogeni.
  • maggiore resistenza a fenomeni di stanchezza e di stress.

Si conferma un ottimo prodotto per i nuovi impianti di fruttiferi, orti, prati e giardini perché stimola la radicazione e l’attecchimento delle nuove piante e semi, ostacolando allo stesso tempo la formazione di malattie fungine.

Perchè i funghi micorrizici sono così importanti? 

Le spore di funghi micorrizici creano il legame simbiotico con le radici delle piante, riformando le ife che assorbono gli elementi nutritivi.

Dopo l’utilizzo del nostro concime con micorrize le tue piante non appariranno più sofferenti ma rinvigorite e forti con una produzione consistente e sana di foglie, fiori e frutti. Poiché le micorrize lavorano in maniera ottimale a temperature del terreno da 8 a 30 gradi, portano benefici anche nei periodi autunnali ed invernali. Sotto gli 8 gradi rimangono dormienti per poi riattivarsi spontaneamente all’aumento della temperatura. 

Come utilizzare Radice Forte?

  • Dosaggio per orto: da 50 a 100 gr in 10 Lt x 50 m2 – durante la fase di irrigazione.
  • Prima di applicare il prodotto versare il contenuto della confezione in un recipiente con acqua e mescolare bene fino a quando non si ottiene una soluzione liquida.
  • Lasciare riposare la soluzione per alcuni minuti, quindi portare la soluzione stessa al volume d’acqua necessario ad eseguire il trattamento. Si consiglia di impiegare la soluzione ottenuta nell’arco delle 24 h.
  • Conservare a temperatura tra 10 e 25°C.
  • Si consiglia di applicare il prodotto fin dall’inizio del ciclo colturale.

Conclusioni

Per il momento è tutto!

Se anche tu sei alle prese con la concimazione invernale del tuo orto, non perderti la guida sui Microelementi!

Cosa devi sapere sui Microelementi del tuo orto e giardino: CLICCA QUI

Buon giardinaggio, 

Il team di Closter.

Come coltivare il radicchio: la guida completa

5 consigli pratici per iniziare oggi stesso a seminare il radicchio

​Anche se il freddo accompagna ancora le nostre giornate, la primavera è ormai vicina e solo i veri agricoltori stanno cominciando a darsi da fare per la nuova coltivazione annuale.

Se fai parte di loro e vuoi sapere come coltivare il radicchio, allora questo articolo è proprio quello che cerchi.

Oggi, infatti, vogliamo dirti tutto ciò che c’è da sapere su come coltivare il radicchio.

Il radicchio 

Prima di parlare di come coltivare il radicchio, è importante conoscere la pianta per capire qual è il suo ambiente naturale. Il radicchio è una pianta tipica delle regioni mediterranee. Era conosciuta, nelle sue forme spontanee, dai Greci e dai Romani che la utilizzavano come verdura senza però coltivarla.

Il radicchio, però, anche se rientra nella categoria delle insalate, è in realtà un cugino della cicoria. In altre parole, il radicchio è una particolare varietà di cicoria che è stata in parte selezionata nel corso degli anni. Viene seminato in molte regioni d’Italia, anche grazie alla sua estrema semplicità di coltivazione. Infatti, lo potresti coltivare in vaso anche sul balcone di casa tua.

Esigenze ambientali

Per capire quindi come coltivare il radicchio, bisogna innanzitutto conoscere le sue necessità di temperatura, clima e terreno. Il radicchio è una pianta molto rustica: si adatta a condizioni climatiche piuttosto diverse. In particolare, ha un’elevata resistenza al gelo, ma anche alla siccità. Questo fa sì che possa essere coltivato in tutte le regioni italiane, fino a circa 1200 m di altitudine.

Anche per quanto riguarda il terreno, questa pianta ha poche esigenze: cresce bene quasi ovunque, con l’eccezione dei terreni soggetti a ristagni d’acqua prolungati. Questi terreni infatti, soprattutto quelli ricchi di argilla, possono procurare marciumi alle radici e, in casi estremi, addirittura alle foglie. Anche i terreni pietrosi e ghiaiosi non sono adatti alla coltivazione del radicchio, in quanto ostacolano lo sviluppo delle radici.

Varietà principali

Le varietà principali del radicchio, in realtà, non sono altro che un gruppo delle varietà di cicoria esistenti. I tipi di cicoria, infatti, si dividono in cinque gruppi e uno di questi è chiamato “varietà a foglie colorate da cespo”. In questo gruppo possiamo trovare le principali varietà di radicchio, che sono piante molto semplici e hanno una radice principale piuttosto grossa e lunga chiamata “fittone”. Le foglie possono essere allungate o tondeggianti, sempre riunite in un cespo. Il loro colore è rosso o, in alcuni casi, bianco variegato di rosso. Le nervature principali sono in genere bianche. Le foglie possono essere allungate o tondeggianti, sempre riunite in un cespo. Si utilizzano come insalata a foglie intere o tagliate in grandi pezzi. 

La maggior parte delle varietà di radicchio sono adatte anche per l’imbianchimento. Le specie più conosciute sono:

  • Radicchio rosso di Verona
  • Radicchio variegato di Chioggia
  • Radicchio rosso di Treviso
  • Radicchio variegato di Castelfranco veneto

Come coltivare il radicchio

Ecco che entriamo nel vivo di come coltivare il radicchio. Innanzitutto, devi preparare il letto di semina, arando o vangando il terreno ad una profondità di circa 30-40 cm. Il periodo migliore per questa lavorazione è nell’autunno che precede la semina. Per sminuzzare le zolle puoi ricorrere ad una semplice erpicatura.

Il periodo ideale per seminare il radicchio va da aprile a luglio. Per la semina puoi ricorrere sia alla semina a spaglio, sia alla semina in ambiente protetto per poi effettuare il trapianto in campo aperto. Durante la coltivazione, il radicchio non richiede molte cure. Devi fare attenzione solo alle erbacce.

Tutte le semine possono essere effettuate a scalare, quindi a distanza di 1-2 settimane l’una dall’altra, in modo da poter raccogliere per un periodo più lungo. Per quanto riguarda la distanza tra le piante, la semina può essere eseguita anche piuttosto fitta, a tua scelta, basta che diradi le piantine quando hanno sviluppato 2-3 foglie. Riguardo la distanza tra le file, invece, occorre ricordare che quelle di grossa radice devono distanziare 35-40 cm, le altre possono essere più vicine, anche solo 15-20 cm.

Concimazione e irrigazione

Per saper bene come coltivare il radicchio, devi conoscere ovviamente anche i giusti apporti di concime e acqua. Il radicchio resiste bene anche in terreni poco concimati, ma produce di certo di più in quelli ricchi di azoto. Meglio concimare con del buon compost oppure, se si ha la possibilità, con del letame di cavallo ben maturo.

La cicoria, inoltre, non ha bisogno di molta acqua. Durante l’estate, innaffia solo in caso di necessità e senza bagnare le foglie. Ricorda però di innaffiare subito dopo la semina.

Raccolta

Ora che sai tutto su come coltivare il radicchio, passiamo al momento della raccolta. Nel momento in cui andiamo a prendere il radicchio nel nostro orto (o dal vaso) si deve estirpare interamente (tutta la pianta). Volendo ti puoi aiutare con un forcone o un rastrello. Il periodo di raccolta del radicchio dipende soprattutto da quando è stata effettuata la semina. In genere si raccoglie dopo 3-5 mesi dalla semina, cioè quando sono alte almeno 15 cm.

Conclusioni

Hai mai provato a seminare il radicchio?

Questo è il periodo perfetto per farlo!

Prova a seguire i nostri consigli e ovviamente facci sapere come va!

Alla prossima guida, 

il team di Closter.

Come iniziare giardinaggio in modo corretto

6 consigli pratici per coltivare il proprio pollice verde

Il mondo green è la tua passione ma non sai da dove iniziare? 

La cura di piante, fiori e ortaggi ti spaventa perché credi di non avere il pollice verde? 

O semplicemente sei alla ricerca di un nuovo hobby, il giardinaggio è un’ottima soluzione!

Spesso e volentieri si pensa al giardinaggio a qualcosa di troppo difficile o comunque un “passatempo” a cui solo le persone di una certa età possono essere interessate. 

Ma per fortuna in questi ultimi anni, i trend stanno cambiando e sempre più persone giovani vogliono avvicinarsi a questo mondo verde!

Oggi, abbiamo pensato di scrivere una guida apposta per tutte le persone che si stanno avvicinando al giardinaggio con tutti i nostri piccoli accorgimenti che servono per approcciarsi al giardinaggio e coltivare il proprio pollice verde. 

Perché tutti possono fare giardinaggio!

Pronto?

Iniziamo!

Fare giardinaggio ha numerosi vantaggi: sia per la nostra salute sia per l’ambiente. 

Basti pensare che alcuni studi hanno evidenziato che l’attività di giardinaggio riduce lo stress, migliora la qualità del sonno e aiuta a sviluppare senso di responsabilità e disciplina. 

Ma per iniziare con il piede giusto, è buona norma seguire dei piccoli accorgimenti, ecco quali.

Inizia con delle piccole ricerche

Non smettere di imparare perché quando si parla di giardinaggio, ci sono un sacco di nozioni da imparare e assodare. La ricerca è un aspetto importante di qualsiasi hobby, specialmente quando sei nuovo.

Inizia identificando quali sono i tuoi obiettivi. Vuoi concentrarti su piante da fiore o ortaggi? Identifica quali sono le tue esigenze in modo da sapere su cosa cercare. 

Inoltre, fare costantemente le tue ricerche ti porterà a nuovi consigli di giardinaggio e nuove idee, e non vorrai perderti questo, giusto? 

Scegli i semi che sono di stagione

È d’obbligo piantare semi di stagione. In questo modo, puoi trarne vantaggio. Ancora una volta, puoi farlo ricercando. 

Se vuoi piantare alcune verdure, sappi quando sono abbondanti. Questo perché alcune verdure prosperano in una certa atmosfera. Ti consigliamo di piantare solo semi che sono di stagione in modo da non finire per sprecare le tue risorse e trarne effettivamente beneficio. 

Utilizza prodotti di qualità e naturali

Una cosa che le tue piante odieranno è un mix di invasatura di bassa qualità. Ora che stai già piantando, potresti anche usare prodotti di qualità, giusto?

Usa un mix di invasatura che siano di ottima qualità e prediligi fertilizzanti e concimi naturali.

In questo articolo ti spieghiamo quali scegliere. 

Ricorda, le tue piante non hanno solo bisogno di acqua per nutrirsi, ma ottengono anche i loro nutrienti dal terriccio che stai fornendo loro. 

Inoltre, questo vale anche per gli altri tuoi prodotti per il giardinaggio. Se vuoi usare fertilizzanti e insetticidi, assicurati che siano tutti organici. Se scegli di utilizzare gli oggetti a casa, anche questa è un’ottima mossa in quanto sono molto più naturali. 

Qualunque sia la strada che stai per intraprendere quando si tratta dei tuoi prodotti per il giardinaggio, controlla sempre i materiali e gli ingredienti utilizzati nei prodotti. Vorresti il ​​meglio per le tue piante, quindi dai loro prodotti di qualità e sicuramente ti daranno raccolti elevati. 

Differenzia l’ombra e le piante che amano il sole

Anche le piante sono uniche, proprio come noi umani. Quindi, conoscile. In questo modo, puoi fornire loro le giuste condizioni di vita. 

Ci sono alcune piante che prosperano di più quando sono all’ombra. D’altra parte, ci sono anche piante che hanno bisogno di più sole che ombra. 

Come detto sopra, la ricerca è necessaria. Una volta che hai già scelto ciò che pianterai, impara il più possibile su di loro. Sarai sorpreso di quante informazioni ha ogni pianta. 

Fornire acqua adeguata e un adeguato sistema di drenaggio

Infine, è importante dare alle tue piante abbastanza acqua per crescere e il giusto sistema di drenaggio per farle prosperare e non finire per appassire. 

Se hai una scorta d’acqua costante, le tue piante saranno in grado di crescere bene. Tuttavia, tieni presente che alcune piante differiscono su quanto è il loro bisogno di acqua. Ancora una volta, scopri quali sono le preferenze di ciascuna pianta. 

Infine, è importante installare un sistema di drenaggio per ogni vaso o patch. Nota che alcune piante hanno bisogno solo di un po’ d’acqua, quindi puoi semplicemente optare per uno spray per l’irrigazione. Ma per coloro che ne hanno bisogno, puoi fare dei buchi sotto i vasi o creare un canale per la tua toppa. 

Sii positivo, coerente e determinato 

Il giardinaggio richiede tempo, quindi prima di vedere grandi risultati, dovrai adottare una mentalità positiva per rimanere coerente e determinato. Soprattutto se sei ancora un principiante, è normale sentirsi frustrati. Tuttavia, non guadagnerai nulla quando ti fermi subito. 

Non aspettarti troppo e fai quello che puoi. Anche se hai poca o nessuna esperienza, con determinazione imparerai man mano che procedi, quindi è sempre una situazione vantaggiosa per tutti con il giardinaggio.  

Conclusioni

Cosa te ne pare?

Ti abbiamo convinto ad iniziare a fare giardinaggio? 

Alla prossima guida, 

Il team di Closter.

Come eliminare l’Alternaria con soluzioni biologiche e naturali 

Macerato d’ortica: il nostro rimedio naturale contro il fungo dell’alternaria.

L’Alternaria è un fungo che purtroppo possiamo trovare anche negli orti comuni e dobbiamo quindi attrezzarci per combatterlo nel modo più opportuno ed efficace, sia per preservarsi dalla nostra salute, sia per l’integrità delle nostre pianticelle che possono finire distrutte sotto un suo attacco.

Soprattutto devono fare attenzione tutti coloro che hanno già delle allergie e che quindi potrebbero essere più propensi a non tollerarne la presenza e che, se hanno un orto, un giardino o un ricco e florido terrazzo, devono essere particolarmente prudenti e preparati. Se non hanno mai sentito parlare di Alternaria, è venuto il momento di conoscerlo e di capire come difendersi da questo terribile fungo.

Che cos’è l’Alternaria?

Esistono diverse tipologie di Alternaria e con questo termine andiamo ad indicarle tutte. 

Si tratta di un fungo delle piante che in molti casi è responsabile della formazione di un certo tipo di muffa di colore giallo o verde che possiamo molto frequentemente trovare sulla frutta e sulla verdura quando sono in stato di decomposizione, oppure anche in ambienti dove si riscontra un alto livello di umidità.

Nel vasto genere di funghi di questo tipo, possiamo riconoscere due categorie, quella delle specie parassite e quella delle saprofite. Nel primo caso troviamo tutti i funghi che vivono e proliferano causando danni alle specie che li ospitano, nutrendosi alle loro spalle, nel secondo caso invece si tratta di funghi che si nutrono solo di materia organica in decomposizione o già morta

All’interno di questo genere di funghi troviamo l’alternaria, certamente è una delle specie più note. Produce delle spore all’interno di una zona cava chiamata asco, piuttosto caratteristica, e si tratta di spore davvero piccolissime, e proprio per questo possono facilmente essere inalate. Un po’ come delle piccole particelle di particolato atmosferico possono infilarsi nei nostri polmoni e quindi creare dei problemi alle persone. Si parte dalla tosse e dalla congiuntivite allergica ma a causa dell’alternaria possono verificarsi anche problemi cutanei, disturbi respiratori e rinite allergica.

Alternaria: le specie che attacca

Spunta soprattutto sulle foglie, sui frutti e sugli ortaggi come questi

  • broccoli
  • carote
  • cavolfiori
  • cavoli
  • mele
  • rape
  • ravanelli
  • silique

Per capire se l’Alternaria ha attaccato una delle nostre piante, dobbiamo porre attenzione su questi piccoli dettagli. 

La presenza di piccole lesioni soprattutto vicino alla zona del piccolo anche se possono comparire ovunque. Di solito hanno una dimensione di circa 2 millimetri e da taglietti si trasformano in macchie che vanno in necrosi e si ricoprono di muffa, sì, quella muffa verdognola o marroncina che abbiamo descritto e che può presentare anche degli aloni giallastri.

Quando il fungo attacca le foglie di solito è smascherabile per via della comparsa di macchie nere che prima compaiono sparse ma che poi diventano un’unica macchia scura e necrotica. A lungo andare si può arrivare anche a veder morire la pianta o a vederla essiccare in tutta la sua parte fogliare.

L’alternaria prolifera negli ambienti umidi, ovvero quelli in cui c’è un livello di umidità superiore al 65% e una temperatura rimane compresa tra i 18°C e i 32°C. 

Le spore girano in aria e possono essere facilmente respirate se il clima è favorevole. In Italia questo accade nella bella stagione, di solito da maggio a novembre anche se il cambiamento climatico ha un po’ rimescolato le carte. Il periodo peggiore di solito è quello tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, quando le spore sono molto presenti nell’aria e se tira un po’ di vento possono anche venire trasportate per centinaia di chilometri dal vento.

Ora che abbiamo capito come riconoscere questo fungo, scopriamo insieme come combatterlo con soluzioni NATURALI!

Come eliminare l’Alternaria con il Macerato d’Ortica

Attacca la frutta e la verdura e anche le piante e arriva a danneggiare anche la nostra salute, è chiaro che è necessario combatterne la presenza ed ecco come possiamo farlo. Il modo migliore per evitare grossi danni è prevenire, perché se l’attacco è già in atto abbiamo solo dei miseri tentativi da fare come quello di eliminare le foglie, i frutti infetti e i residui colturali infetti oppure di liberarci dalle piante intere se troppo danneggiate. 

Ci sono dei prodotti naturali che possono aiutarci a combattere l’alternaria, uno tra questi è sicuramente il macerato d’ortica

Perché proprio l’ortica?

L’ortica contiene acido salicilico e acido formico. Entrambi sviluppano nella pianti i processi di Resistenza Sistemica Acquisita (S.A.R.) La resistenza sistemica acquisita è un sistema di risposta che coinvolge l’intera pianta a seguito di un attacco patogeno. In sostanza le piante hanno un sistema di memoria difensiva simile al sistema immunitario animale. Riconoscono il patogeno e lo affrontano di conseguenza. L’utilizzo dell’acido salicilico contenuto nell’ortica induce i fenomeni di (S.A.R.).

L’estratto vegetale di ortica contrasta efficacemente insetti dannosi e funghi patogeni. 

Agisce in maniera efficace contro peronospora, monilia, alternaria, botrite, mal bianco, afidi, altica, tignola, carpocaspa e ragnetto rosso. 

Viene utilizzato su numerose colture, fruttifere e orticole (melo, susino, pesco, ciliegio, pero, noce), ribes rosso, sambuco, fagiolo, lattuga, cavolo, rosa, colza, vite, ravanello, senape, patata , cetriolo.Il prodotto puo’ essere utilizzato durante tutto l’anno e in qualsiasi momento del ciclo produttivo .

Noi di Closter abbiamo pensato a due soluzioni, in base alle tue esigenze: 

  • una soluzione spray pronta all’uso: ti basta agitare bene il flacone e spruzzare direttamente sulle zone interessate della pianta.
  • una soluzione pura da diluire con acqua. 

Scopri tutti i dettagli sul nostro Macerato d’ortica qui

Quando utilizzare il macerato d’ortica?

Si consiglia di eseguire il trattamento durante le ore serali. 

  • Azione preventiva: trattare ogni 5 – 10 gg.
  • Azione curativa: trattare al manifestarsi delle infestazioni e ripetere i trattamenti con maggiore frequenza anche ogni 5 giorni se necessario.

Conclusioni

Questo è il nostro consiglio per eliminare gli attacchi di Alternaria. 

Hai mai avuto a che fare questo fungo? Se sì, come l’hai debellato?

Faccelo sapere nei commenti, 

Il team di Closter!

Il tuo balcone in inverno: guida pratica alla cura

7 consigli pratici per curare il tuo balcone e mantenere sane le piante anche in inverno

Sul balcone e in terrazza il freddo può essere molto penalizzante poiché le piante non beneficiano che di un piccolo pane di terra e di un vaso come isolante. La prima cosa che dovete programmare è la scelta delle piante. Se non avete dove ricoverarle, indirizzarvi su piante davvero rustiche a cui basti una pacciamatura superficiale e qualche giro di plastica a bolle o di carta di giornale.

Non dimenticate il vento, che può essere più rovinoso del gelo.

Tenete sempre d’occhio le previsioni e se dovete annaffiare fatelo sempre prima dell’arrivo di freddo e vento.

Soprattutto se siete agli inizi e vi piace sperimentare, e avete delle belle piantine che vorreste riuscire a portare alla primavera successiva, potreste essere colti da un po’ di paranoie e fare incubi sulle piante (non preoccupatevi, è una malattia piuttosto comune, e purtroppo regredisce con l’esperienza).

Ciò che dovete sempre mettere in conto è la possibilità di perdere qualche pianta a cui tenete. Accade spesso, accade a tutti, anche a giardinieri super esperti. Nel giardino, come in molte altre cose, non c’è alcun altro modo di imparare se non sbagliando.

Serra o cassone per riparare le piante

Sogno di moltissimi, non semplice da gestire, una serra amplia enormemente le possibilità di un giardiniere. Se ne avete la possibilità anche una piccola serra funzionale al ricovero delle piante più delicate va più che bene. Se non ne avete la possibilità, considerate l’idea del cassone freddo, una specie di “mano santa” per le piante. 

Si può costruire da sé, nei disparati modi dell’ingegno individuale, ma basterebbe un vecchio cassetto da armadio coperto con del vetro o del policarbonato trasparente. Si pongono i vasi all’interno, con o senza pacciamatura sul fondo, e si arieggia quando fa caldo. Si tiene chiuso durante i freddi, le nevicate, le piogge e le grandinate.

Il cassone aiuta enormemente a proteggere le piccole talee o piantine che vorreste traghettare alla primavera successiva: in mancanza di una vera e propria serra, può fare la differenza.

Il vento

Imparerete che poche cose possono essere letali come un vento gelido. Se il vostro balcone è ventoso, sarebbe opportuno, prima di ogni altra cosa, provvedere a dei pannelli frangivento. Ne esistono di elegantissimi che danno anche un po’ di privacy (ma se preferite potete sceglierli trasparenti). 

Raggruppate le piante che potrebbero soffrire con il freddo e infilate saldamente dei lunghi bastoncini di bambù o canna nei vasi più grandi. Usateli come montanti per creare una sorta di “baldacchino” di tessuto-non-tessuto. Alla base fermate il telo con spago o rafia. Siate precisi nel fissare e legare bastoni e teli, per evitare che si inclinino, rovinando le fronde delle piante.

Cactus e piante grasse

Anche se poche, esistono alcune piante grasse resistenti al freddo: infatti molte cactacee sono rustiche, come l’Agave parryi, rustica fino a Zona USDA 5. Anche il comunissimo Echinocereus, il Sedum, il Sempervivum, la diffusa Delosperma cooperi e molte specie di Opuntia possono resistere in zone fredde. Potrebbero però essere comunque danneggiate da grandine, troppa acqua, vento tagliente.

Il TNT (tessuto-non-tessuto) è una buona soluzione se avete pochi vasi e le piante sono piccole. Se ne avete molti dovrete trovare spazio in casa o acquistare una serra da balcone. Sono piuttosto bruttarelle, ma assolvono dignitosamente alla loro funzione. Prendetela più grande che potete, anche se avete poche piante (garantirà maggiore circolazione d’aria) e posizionata in un punto ben caldo, senza tentare di “abbellirla” con adesivi o disegnini. Una volta finiti i freddi, la serra va ben piegata e riposta con cura.

Cosa fare dei bulbi?

Sconsiglio la rimozione dei bulbi in inverno, a meno che non siate già molto esperti o non abbiate varietà particolarmente pregiate.

I danni che si fanno con l’estrazione di bulbi e rizomi superano quelli di un inverno freddo, inoltre la conservazione deve seguire standard davvero elevati, professionali, per essere efficace, altrimenti vedrete i bulbi rinsecchirsi o marcire.

Con certi tipi di bulbo, come i tulipani, difficili quando non impossibili da portare da una primavera alla successiva, meglio lasciar perdere e ricomprarli, o scegliere bulbi rustici e poco esigenti come i narcisi.

Le dalie, considerate delicatissime, con una buona copertura sopravvivono bene anche in Inghilterra (ce lo racconta Margery Fish nel suo libro Fare un giardino), mentre la Canna indica potrebbe avere dei problemi. In quel caso è consigliabile una eccellente copertura del vaso o il ricovero in interni (anche in zone buie, purché non fredde e umide).

E dei vasi sparpagliati cosa ne faccio?

Il dilemma dei dilemmi. 

Vasi in cui si è seminato qualcosa ma non ci si ricorda più cosa, talee che forse hanno attecchito e forse no, giovani germogli e piccole piantine sfuse.

Se potete infilare qualcosa in vasi più grandi, bene, altrimenti non toccate il pane di terra per non disturbare le radici. L’ideale è la serra fredda, ma anche un qualsiasi tipo di scaffale o scaletta può assolvere alla funzione, coprendolo con della plastica un po’ pesante.

Ci sono sistemi ingegnosi per costruire uno scaffale da piante a basso costo, anche molto carino. Un sistema molto funzionale e diffuso è quello di usare delle comuni cassette di plastica per la frutta, del tipo per le olive. 

Avendo bordi alti è possibile inserirvi delle piantine un po’ più grandi, con ramificazioni fragili o non lignificate. Ovviamente la base va coibentata, e anche ogni vasetto avvolto in carta di giornale o plastica a bolle. Se la carta si bagna dovrete sostituirla con altra asciutta. Coprite tutto con policarbonato, plexiglass o vetro e sarebbe anche meglio appoggiarle su un pallet per isolarle dal pavimento. Le cassette sono impilabili, ma le piante in basso prenderanno meno luce.

Sbalzi di temperatura: aiuto!

Prima d’ogni cosa acquistate piante rustiche, che possono sopportare gelate prolungate. Di solito si dice che quando il terreno è gelato non si deve annaffiare, ma alcuni lo fanno, con molta cautela e accuratezza, quando le piante soffrono davvero la sete, scavando il terreno con un succhiello e tentando di avvicinarsi alle radici profonde.

Le piante in balconiera sono quelle più a rischio: superare due o tre gelate di seguito in vasi piccoli è una sfida, perciò è meglio proteggerle bene rimuovendo dalla balconiera e proteggendo i vasi con plastica a bolle.

Non pensate che per i vasi piccoli basti mettere un po’ di pacciamatura: il freddo passerà di sotto e di lato, per ottenere un risultato il vaso stesso deve essere protetto anche all’esterno.

Se la pianta non è meno che ben rustica non potrà mai sopportare una serie di gelate, seguite da bel tempo (magari secco), specie in vasi più piccoli e meno protettivi.

Annaffiare quando non piove

In inverno le piante vanno in stasi vegetativa, ma non per questo bisogna smettere di irrigare. Quelle che mantengono una chioma verde hanno comunque bisogno d’acqua, anche se sporadicamente. Inoltre bisogna sempre considerare il terriccio: quello industriale dei sacchetti è ricco di torba, che se non irrigata perde la sua elasticità (per questa ragione andrebbe fatto il compost casalingo da usare nei vasi, miscelato a vermiculite e altri ammendanti). Anche le piante legnose hanno bisogno d’acqua se non piove, specie se sono state concimate.

Mentre non bisogna assolutamente far prendere troppa acqua alle piante grasse, a quelle alpine e alle bulbose.

In ogni caso lasciate asciugare il terriccio tra una irrigazione e l’altra.

Conclusioni

E tu? Hai iniziato a prenderti cura delle piante del tuo balcone prima che arrivi l’inverno? 

Cosa sei solito fare? 

Raccontacelo nei commenti!

Alla prossima guida, 

Il Team di Closter.

Come eliminare le cimici dall’orto con rimedi naturali

Olio di Neem, Macerato d’ortica, Olio di Lino e Sapone potassico: i nostri rimedi naturali contro le cimici

Se anche tu hai un orto, probabilmente in questo periodo sarai alla ricerca di rimedi naturali contro le cimici. Per molti di noi questo insetto rappresenta uno dei più sgraditi “ospiti” che possono attaccare i nostri orti. Con la loro capacità di riprodursi rapidamente e la voracità con cui riescono a distruggere interi raccolti, questi animali possono arrivare a danneggiare pesantemente le coltivazioni.

Il problema si è acuito maggiormente negli ultimi anni, specialmente in estate, con l’arrivo di una particolare cimice, la cosiddetta “cimice asiatica”, che affiancandosi a quella europea sta accelerando i danni causati a orti e campi coltivati.

Ma come allontanare le cimici con i rimedi naturali?

Quante tipologie di cimici ci sono?

Prima di vedere quali sono le strategie per combattere questo piccolo ma dannoso “nemico”, sarà opportuno conoscere da vicino le sue caratteristiche, vedere cosa attira le cimici e cosa, invece, le tiene alla larga.

Nel nostro Paese è possibile trovare diversi tipi di cimice. In particolar modo, puoi osservare le cosiddette cimici “europee”, quelle asiatiche e la cimice dei cavoli.

Vediamo più da vicino quali sono le diverse caratteristiche.

Cimici europee

Conosciuta anche come cimice verde o Palomena prasina, la cimice europea è un imenottero molto diffuso. Si tratta di un animale sostanzialmente innocuo per l’uomo, caratterizzato da una forma ovale, appiattita e coriacea.

Essa si riproduce molto velocemente e prolifera maggiormente nei luoghi con climi caldi e umidi, dove tende ad attaccare numerose coltivazioni, in cerca di nutrimento.

La cimice europea ha l’abitudine di attaccare diverse piante da orto, come quelle di pomodoro e altre varietà appartenenti alla famiglia delle Solanacee, come il peperone e la melanzana, impedendone una crescita corretta.

Dal momento che si tratta di un animale polifago, in assenza di queste piante la cimice europea di “accontenterà” anche di altre verdure, in particolare quella a foglie verdi e grandi, come la lattuga e il radicchio.

L’animale può attaccare anche le verdure crucifere, sebbene questa varietà di verdure sia più spesso attaccata da un’altra specie di cimice, un insetto dalle dimensioni più ridotte e di colore rosso e nero, conosciuto proprio con il nome di “cimice dei cavoli”.

Cimici asiatiche

Nota anche con il nome scientifico di “Halyomorpha halys”, la cimice asiatica (o cimice marmorata) è originaria della Cina, ed è arrivata fino a noi alcuni anni fa, attraverso gli scambi commerciali.

La cimice differisce rispetto a quella europea per il suo aspetto. Essa infatti ha un corpo più grande, caratterizzato da un’intensa colorazione marrone. Questa specie è molto più aggressiva rispetto alla cimice verde, e colpisce un’ampia varietà di piante, compresi gli alberi di ciliegio, quelli di pesche, il caco e il pero.

Come intervenire contro le cimici?

Visti i danni che questi animali possono arrecare alle coltivazioni, probabilmente ti starai chiedendo come eliminare le cimici in casa e soprattutto come allontanarle dal tuo orto.

In un primo periodo, questi animali potevano rappresentare in effetti solo un mero fastidio, ma negli ultimi anni la loro presenza ha costituito un vero problema per le coltivazioni.

Cimici: 4 rimedi naturali per proteggere il tuo orto in modo naturale

Vediamo insieme quali sono i più efficaci, quelli che potresti mettere in atto nel tuo orto casalingo o in giardino.

Macerato d’ortica

Nota per il suo potere urticante, l’ortica è una pianta spontanea dalle mille proprietà. Antianemica, diuretica e depurativa, l’ortica contiene sali minerali e vitamine A, C e K, un insieme di proprietà che la rendono un utile rimedio naturale per mantenersi in forma e in salute. 

Grazie all’elevato contenuto di acido salicilico e acido formico, l’ortica è un ingrediente perfetto per la preparazione di un ottimo antiparassitario naturale fai da te da utilizzare per la cura dell’orto: il macerato di ortica. Senza contare che il suo contenuto di azoto, ferro, sali minerali e vitamine, stimola la naturale crescita delle piante.

Per queste sue caratteristiche noi di closter abbiamo pensato di crearne una soluzione per la lotta contro parassiti, acari e funghi delle piante. 

Il nostro macerato d’ortica

L’estratto vegetale di ortica contrasta efficacemente insetti dannosi e funghi patogeni. 

Agisce in maniera efficace contro cimici, peronospora, monilia, alternaria, botrite, mal bianco, afidi, altica, tignola, carpocapsa, ragnetto rosso, cocciniglia, tripidi, aleurodidi e tuta.

Viene utilizzato su numerose colture, fruttifere e orticole (melo, susino, pesco, ciliegio, pero, noce), ribes rosso, sambuco, fagiolo, lattuga, cavolo, rosa, colza, vite, ravanello, senape, patata , cetriolo. 

Il prodotto puo’ essere utilizzato durante tutto l’anno e in qualsiasi momento del ciclo produttivo .

Dosi e modalità di utilizzo

Per uso fogliare l’ortica è efficace solo contro gli insetti e parassiti. Ti consigliamo max 10 ml di prodotto per litro d’acqua. 

Per il trattamento di fughi serve un trattamento radicale. La dose è variabile a seconda del tipo di coltura e della grandezza del terreno

Olio di Neem

L’Olio di Neem è una sostanza ricavata dai semi dell’albero indiano Azadirachta indica. L’olio viene utilizzato da centinaia di anni sia in agricoltura che in giardinaggio prevalentemente per il controllo degli insetti nocivi.

Naturale e biologico, l’olio di Neem riserva anche altre proprietà benefiche, fra cui l’azione di contenimento dei nematodi, l’azione fungicida e naturalmente insetto-repellente.

Efficace la sua azione repellente rendendo indesiderabili le foglie a insetti insidiosi quali cimici, la dorifora della patata, tripidi e larve dei lepidotteri e l’altica. 

Il prodotto è atossico per gli animali e l’uomo e non danneggia gli insetti impollinatori. 

Può essere utilizzato anche in prossimità della fioritura. Efficace risulta la sua azione contro i nematodi. Utilizzato nel terriccio dell’invasatura contrasta efficacemente nematodi e attacchi fungini in generale.

DOSI E MODALITÀ DI UTILIZZO

L’Olio di Neem si applica solo in caso di larve, direttamente su di esse (100 ml per litro) o per via fogliare contro insetti e parassiti (6 ml per litro per prevenzione e mantenimento – fino 12 ml in caso di grave infestazione). 

Attenzione: non si applica per via radicale (cioè il classico innaffiamento) 

Il Neem può essere usato anche come alternativa al classico antizanzare con una maggiore concentrazione di 20 – 24 ml per litro, da spruzzare sul prato ogni 5 giorni di sera al fresco. Il dosaggio migliore è 1 litro di prodotto diluito ogni 10 mq di prato (non spruzzare su fiori e foglie, si rischiano bruciature).

• Prodotto tal quale in flacone da litro o 250 ml

Per applicazioni fogliari contro insetti e parassiti utilizzare 6 ml per litro per prevenzione e mantenimento fino a un massimo di 12 ml  per litro in caso di grave infestazione.

Si consiglia di eseguire il trattamento durante le ore serali.

Olio di Lino

Potenziatore delle difese delle piante. È un preparato naturale ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi di lino. Il prodotto attiva le naturali difese delle piante nei confronti degli insetti, in particolare di tutte le tipologie di cocciniglie.

DOSI E MODALITÀ DI UTILIZZO

Ortaggi, fruttifere e ornamentali: primavera estate diluire 10 ml per litro, mentre in autunno inverno diluire 5 ml per litro di OLIO DI LINO in 1 litro di acqua ed irrorare la pianta da una distanza di circa 40-50cm. 

Azione preventiva: dall’inizio della fioritura fino a prima della raccolta, effettuare 1 trattamento ogni 10-15 giorni. 

Azione post- traumatica: trattare al manifestarsi delle infestazioni ed eventualmente ripetere il trattamento dopo 5-15 giorni. Effettuare gli interventi nelle ore più fresche della giornata.

Sapone Molle Potassico

Il prodotto potenzia le difese delle piante nei confronti degli insetti come afidi, aleurodidi, cocciniglie, cimici e acari.

Agisce contro le fumaggini, sciogliendo la melata prodotta dagli acari. È utilizzabile in orto e giardino. Il prodotto puo’ essere utilizzato durante tutto l’anno e in qualsiasi momento del ciclo produttivo. Utilizzato come coadiuvante aumenta l’efficacia dei prodotti insetticidi o dei prodotti naturali.

DOSI E MODALITÀ DI UTILIZZO

  • Prodotto Puro: 10 ml per prevenzione e mantenimento, fino 20 ml in caso di grave infestazione
  • Prodotto spray – pronto all’uso: bagnare uniformemente la pianta ed evitare il gocciolamento.

Si consiglia di eseguire il trattamento durante le ore serali.

Azione preventiva: trattare ogni 5 – 10 gg.

Azione curativa: trattare al manifestarsi delle infestazioni e ripetere i trattamenti con maggiore frequenza anche ogni 5 giorni se necessario.

Conclusioni

Hai mai utilizzato uno di questi nostri prodotti? 

Se ancora non l’avessi fatto, quale prediligeresti per il tuo orto / piante nella lotta contro le cimici?

Alla prossima guida, 

Il Team di Closter.

Cosa coltivare nel mese di novembre

Come preparare il tuo orto con le colture giuste per il mese di novembre: guida di tutte le attività da svolgere nel periodo autunnale

Novembre è un mese impegnativo per chi coltiva l’orto, non è solo un periodo di grigiore e di apparente riposo per le piante. Durante questo mese si continuano a raccogliere ortaggi come spinaci, rucola, cipolle e lattuga dalla semina tardiva dei mesi precedenti, e si deve già pensare alla semina del prossimo raccolto di primavera.

Dove sono già state raccolte le verdure della stagione estiva, si possono estirpare le piante e si può lavorare il terreno con la motozappa (se è un piccolo appezzamento) o il motocoltivatore (se il terreno è più esteso).

Potete aggiungere al terreno del concime o del compost fatto in casa con i rifiuti organici.

Aggiungendo questi elementi al terreno il vostro orto sarà più sano e ricco di elementi nutritivi.

Avete il biotrituratore? Può tornare utile se avete molti rami di scarto, che derivano dalla potatura di alberi del giardino. L’ideale è trasformare le ramaglie col biotrituratore, otterrete così un ottimo compost. Il legno sminuzzato si trasforma in humus e unito agli scarti della cucina diventa prezioso per il vostro orto. In questo modo potete avere un fertilizzante di origine naturale.

Usate questo humus anche nel vostro giardino di casa, oltre all’orto.

Come funziona il biotrituratore? 

Un motore aziona la lama interna (o le lame, a seconda del modello) che sminuzza il legno in pezzetti molto fini, di circa 1 millimetro. Il risultato è un compost che permette all’aria di filtrare, quindi è l’ideale se aggiunto a scarti di cucina perchè farà amalgamare meglio il tutto.

Quali ortaggi seminare a Novembre?

Per la semina autunnale ci sono molti ortaggi tra cui potete scegliere:

  • carote,
  • lattuga,
  • radicchio,
  • aglio,
  • rucola,
  • valeriana,
  • piselli primaverili,
  • ravanelli,
  • spinaci,
  • fave,
  • ceci,
  • lenticchie.

Questi ortaggi andranno poi raccolti in primavera ed estate.

Se abitate in una zona con temperature molto rigide è consigliato procedere con la semina in semenzaio o sotto una serra anche casalinga. Le piantine nel semanzaio sono al riparo dalle prime gelate; in un secondo momento potranno poi essere trasferite nel terreno all’aperto.

Perché seguire le fasi lunari

È molto importante seguire le fasi lunari nel momento della semina perché influenzeranno la vostra produzione. Le fasi lunari fanno crescere in modo del tutto naturale le piante, senza bisogno di aggiungere concimi, pesticidi e ormoni. Per chi vuole un orto biologico è l’ideale seguire l’antica tradizione popolare in materia di “luna crescente e luna calante”. Questione di sole “credenze popolari?” No, perché la Luna influenza veramente la raccolta degli ortaggi. Le piante crescono meglio, spontaneamente, senza forzature se si seguono le fasi lunari. Vediamo le due diverse fasi e cosa seminare durante ciascuna delle due:

  • Luna Calante: si seminano gli ortaggi che vogliamo far durare di più, come la lattuga. Questa verdura termina il proprio ciclo di vita con la fioritura, quindi dobbiamo ritardare il più possibile la produzione dei fiori. In luna calante si seminano anche carote, cavolo cappuccio, rapa, cipolla.
  • Luna Crescente: è l’ideale per seminare ravanello, pisello, fave, spinacio.

Per semplificare la questione si può dire che nella fase crescente la linfa delle piante risale verso la superficie e le piante si sviluppano maggiormente, mentre nella fase calante la linfa tende a scendere verso le radici rallentando la crescita.

Piantine che si possono trapiantare

Oltre a seminare, si possono anche comprare le piantine degli ortaggi e trapiantare nell’orto, purché il terreno non sia gelato. Per esempio da ottobre a dicembre si può trapiantare l’aglio, mentre le radici degli asparagi possono essere messe a dimora da ottobre a marzo.

Conclusioni

E tu con l’imminente mese di novembre che specie orticole pianterai? 

Faccelo sapere nei commenti e se ti va, scatta una foto del tuo orto autunnale!

Alla prossima guida, 

Il Team di Closter.

Come eliminare i lepidotteri con soluzioni naturali e bio

3 soluzioni biologiche e naturali per eliminare definitivamente i lepidotteri dalle tue piante e dalle tue colture orticole

I Lepidotteri sono parassiti molto diffusi, pericolosi per quasi tutte le specie di piante dotate di fogliame. Le larve di Lepidotteri non sono altro che il primo stadio di sviluppo delle farfalle e sono caratterizzate da un apparato boccale capace di divorare foglie, frutti, e rami a gran velocità.

Le farfalle, innocue, danneggiano le piante solo quando sono larve, perché necessitano di nutrirsi voracemente di tutto quello che trovano.

Larve di lepidotteri: quali sono i primi segnali?

Come spesso succede nella cura delle piante, l’attenta osservazione delle foglie, dello stelo e dei fiori è la migliore e più naturale cura, perché qualsiasi parassita o malattia scoperta fin dalla sua prima comparsa può essere debellata facilmente e senza arrecare danni alla pianta.

Anche nel caso delle larve di Lepidotteri, il modo migliore per debellarle è individuare le uova prima che si schiudono e rimuoverle manualmente dalla pianta. Le uova vengono deposte dalle farfalle in primavera e sono molto piccole, di colore biancastro, facili da eliminare se l’infestazione è circoscritta.

Una delle piante preferite del lepidottero è sicuramente il geranio. Se ami abbellire il tuo balcone con questi bellissimi fiori colorati, una soluzione pronta all’uso di Olio di Neem potrà aiutarti a proteggere i tuoi gerani da questi parassiti. 

Quest’olio non solo ti permetterà di tenere lontane le larve di lepidottero, ma anche di prevenire successive infestazioni. Per un’azione ancora più efficace, ti consigliamo di utilizzare questo rimedio durante il periodo primaverile, quando avviene l’accoppiamento degli esemplari adulti e la conseguente deposizione delle uova.

Il vero parassita in realtà è la larva del lepidottero, che si nutre delle foglie e dei frutti delle piante in modo vorace, arrivando a divorare intere piante in un arco di tempo molto breve. I danni provocati da questo parassita non riguardano solo la bellezza estetica della pianta, ma anche la sua salute e la sua crescita. 

Ecco perché è importante agire tempestivamente non appena si nota la presenza di uova di larve sulla pianta. Vediamo ora cosa puoi fare in maniera pratica per proteggere le tue piante dall’attacco di questi parassiti.

3 soluzioni biologiche e naturali contro i Lepidotteri

Olio di Neem

L’Olio di Neem è una sostanza ricavata dai semi dell’albero indiano Azadirachta indica. L’olio viene utilizzato da centinaia di anni sia in agricoltura che in giardinaggio prevalentemente per il controllo degli insetti nocivi.

È un olio vegetale ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi di Azadirachta Indica, appartenente alla famiglia delle Meliacee. 

Il neem è conosciuto ormai in tutto il mondo per le sue straordinarie proprietà e le sue molteplici applicazioni. Il prodotto non per uso umano o cosmetico, può essere utilizzato come coadiuvante per uso agricolo attraverso applicazioni fogliari e radicali.

Dosi e modalità di utilizzo

L’Olio di Neem si applica solo in caso di larve, direttamente su di esse (100 ml per litro) o per via fogliare contro insetti e parassiti (6 ml per litro per prevenzione e mantenimento – fino 12 ml in caso di grave infestazione). 

Attenzione: non si applica per via radicale (cioè il classico innaffiamento) 

Il Neem può essere usato anche come alternativa al classico antizanzare con una maggiore concentrazione di 20 – 24 ml per litro, da spruzzare sul prato ogni 5 giorni di sera al fresco. Il dosaggio migliore è 1 litro di prodotto diluito ogni 10 mq di prato (non spruzzare su fiori e foglie, si rischiano bruciature).

Per saperne di più leggi la nostra guida su come utilizzare correttamente l’Olio di Neem clicca qui.

Prodotto tal quale in flacone da litro o 250 ml

Per applicazioni fogliari contro insetti e parassiti utilizzare 6 ml per litro per prevenzione e mantenimento fino a un massimo di 12 ml  per litro in caso di grave infestazione.

Si consiglia di eseguire il trattamento durante le ore serali.

Se vuoi prevenire l’attacco di questi insetti ti consigliamo anche 2 alternative 100% naturali.

Olio di Lino

Potenziatore delle difese delle piante. È un preparato naturale ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi di lino. Il prodotto attiva le naturali difese delle piante nei confronti degli insetti, in particolare di tutte le tipologie di cocciniglie.

Per scoprire tutti i dettagli, clicca qui

Macerato d’Ortica

Rimedio naturale a base di estratti vegetali di ortica contro insetti acari e funghi. Agisce contro afidi, acari, cocciniglia e malattie fungine come oidio e peronospora, favorisce lo sviluppo delle difese naturali delle piante.

Prodotto disponibile in versione puro o diluito/pronto all’uso, non nocivo per uomo, bambini e animali. 

Per scoprire tutti i dettagli, clicca qui

Conclusioni

Hai mai avuto a che fare con la lepidotteri? 

Se sì, come li hai combattuti?

Raccontaci la tua esperienza!

Alla prossima guida, 

Il Team di Closter.

Cosa sono i concimi organo-minerali e perché devi iniziare ad usarli oggi stesso

Guida sui concimi organo-minerali e perchè sono utili in agricoltura biologica. Scopri come nutrire il tuo suolo grazie ai concimi naturali

I vantaggi derivanti dall’uso di concimi organo-minerali in agricoltura sono noti da decenni, oltre che dimostrati “sul campo” dalla pratica agricola.

Oggi tuttavia la concimazione organo-minerale, in virtù dell’elevata efficienza che la caratterizza, assume un significato e un’importanza maggiori alla luce di due situazioni, l’una di carattere agronomico (eccessivo sfruttamento dei terreni agricoli, con loro impoverimento e destrutturazione) e l’altra di carattere congiunturale e geopolitico, ovvero la dipendenza dell’Europa dalla Russia (e dalla Bielorussia) per le forniture di materie prime destinate alla formulazione di concimi minerali e organo minerali (urea, nitrato di ammonio, potassio, fosforo).

Perché il suolo ha bisogno di sostanze organiche

Come noto, pur essendo variabile la quota di sostanza organica dei suoli ritenuta ottimale per le diverse colture, un terreno agricolo non può mai esserne esente.

Alla presenza di sostanza organica si deve infatti una caratteristica fisica fondamentale dei suoli, la struttura, che garantisce un’adeguata ripartizione dello strato esplorato dalle radici in spazi pieni e spazi vuoti. In un terreno in equilibrio, negli spazi “vuoti” troviamo alternativamente aria (e quindi ossigeno, indispensabile per la respirazione delle radici stesse ma anche di tutta la fauna tellurica) e soluzione circolante, in cui sono disciolti gli elementi nutritivi rilasciati dalla frazione organica e da quella inorganica del terreno.

La sostanza organica contiene infatti dal 20 all’80% del Fosforo presente nel terreno e oltre il 90% dello Zolfo totale, oltre a essere una preziosa fonte di Azoto.

Una dotazione inadeguata in sostanza organica, unita al calpestamento dei terreni da parte di mezzi agricoli pesanti, porta al compattamento del suolo, che diventa pertanto asfittico e spesso soggetto a ristagni idrici.

Decenni di agricoltura nei quali si è prestata un’attenzione non sempre adeguata alla salvaguardia della fertilità fisica e biologica dei terreni, preoccupandosi principalmente di reintegrare le asportazioni di elementi assorbiti dalle colture, attraverso la concimazione minerale, hanno portato a una diffusa stanchezza dei terreni coltivati, incrementata dalla mineralizzazione della sostanza organica (con rilascio di CO₂ nell’atmosfera), favorita da frequenti lavorazioni e dal cambio climatico in corso.

Quanti concimi esistono in commercio?

La concimazione delle piante coltivate si basa sull’uso di prodotti allo stato solido o fluido, appartenenti a tre categorie.

Il D.Lgs 75/2010 riporta le seguenti definizioni:

Concime minerale: 

un concime nel quale gli elementi nutritivi dichiarati sono presenti sotto forma di composti minerali ottenuti mediante estrazione o processi fisici e chimici industriali, o processi fisici o chimici industriali; per convenzione possono essere classificati come concimi minerali la calciocianamide e l’urea e i suoi prodotti di condensazione e associazione, nonché i concimi contenenti microelementi chelati o complessati.

Concime organico: 

un concime derivato da materiali organici di origine animale o vegetale, costituito da composti organici ai quali gli elementi principali della fertilità sono chimicamente legati in forma organica.

Concime organo-minerale:

un concime ottenuto per reazione o miscela di uno o più concimi organici o di una o più matrici organiche o di entrambi, con uno o più concimi minerali.

I vantaggi della concimazione organo-minerale

La nutrizione delle piante coltivate è migliore in un suolo fertile. Una ovvietà? Non proprio.

Anche il miglior fertilizzante risulta inefficace in un suolo stanco. E la misura della stanchezza di un suolo è data principalmente dalla riduzione della sua fertilità biologica. Quest’ultima è strettamente legata alla quantità e varietà (biodiversità) di esseri viventi che in esso coabitano.

Il ruolo della sostanza organica “viva” – in particolare di microrganismi come funghi, batteri e alghe – nel migliorare lo stato nutrizionale e sanitario delle piante attraverso meccanismi diversi è ormai ampiamente dimostrato. Ma occorre ricordare che è proprio la presenza di sostanza organica “morta” che stimola la proliferazione della microflora tellurica, grazie al miglioramento delle condizioni fisiche del suolo e alla cessione di nutrienti.

L’uso di concimi organo-minerali consente pertanto di contribuire favorevolmente a questo equilibrio virtuoso, ma non solo. Grazie alla presenza della frazione organica, gli elementi nutritivi apportati sono meno soggetti a perdite per fenomeni di dilavamento, evaporazione, retrogradazione e fissazione e vanno incontro a cessioni più lente, graduali e prolungate nel tempo. Ne consegue una maggiore efficienza dell’intervento di concimazione, con effetti benefici sull’ambiente e sul bilancio dell’azienda.

Concimazione organica: la nostra scelta

Noi di Closter in tutti questi anni abbiamo pensato a differenti tipologie di concimi e fertilizzanti efficaci a seconda delle esigenze e 100% naturali. 

Ecco qui le nostre selezioni: 

Radice Forte

È un formulato appositamente studiato per stimolare il processo di radicazione dopo la semina o il trapianto. 

Le materie prime presenti nel prodotto vengono facilmente assimilate dalla radice, aumentando l’attività fisiologica. Prodotto indicato sin dalle prime fasi del ciclo vegetativo delle giovani piante. Favorisce inoltre l’emissione di radici avventizie a seguito di situazioni di stress.

Si tratta di un concime liquido e fertilizzante naturale con micorrize concentrate

Contiene micelio e spore vitali di funghi micorrizici che favoriscono lo sviluppo radicale e un maggiore assorbimento dei macro e dei microelementi. Grazie ad essi aiuta la pianta a sviluppare un’ottima fruttificazione e ad evitare i fenomeni di stanchezza, di stress. Combatte le malattie causate da funghi batteri e agenti patogeni. 

Qui trovi tutti i dettagli di Radice Forte

Microelementi

Concime liquido e fertilizzante naturale a base di microelementi fondamentali

Realizzato appositamente per prevenire e contrastare le più diffuse carenze di rame, ferro, manganese, boro, magnesio, molibdeno, zinco e compensare squilibri nutrizionali

La sua applicazione consente uno sviluppo regolare della pianta con ottima fruttificazione ed evita i fenomeni di stanchezza di ingiallimento fogliare, seccume del lembo e successiva caduta della foglia. 

Scopri di più su Microelementi

Power Plants

Concime liquido e fertilizzante naturale a base di rame, zolfo ed estratto di pinacee. Aumenta le prestazioni stimolando le attività fisiologiche della pianta: radicazione, fioritura, fruttificazione e maturazione. 

Combatte le carenze di rame e zolfo e l’estratto di pianacce lo rende un ottimo battericida con azione adesivante e lucidante.

Qui la scheda tecnica di Power Plants

Conclusioni

Come hai letto fino a qui, esistono numerosi concimi e fertilizzanti naturali e allo stesso tempo efficaci.

Hai mai utilizzato uno di questi nostri prodotti? 

Se ancora non l’avessi fatto, quale prediligeresti per il tuo orto / piante?

Alla prossima guida, 

Il Team di Closter.

Dorifora della patata: come combatterla con soluzioni biologiche e naturali

Olio di Neem, Olio di Lino e Sapone Molle di Potassio: i nostri rimedi nella lotta contro la dorifora

Hai mai sentito parlare della dorifora!?

La dorifora è un coleottero di origine americana che nell’orto attacca particolarmente le piante della famiglia delle solanaceae, come patata e melanzana.

Questo insetto ha diverse metamorfosi: dalle uova passa allo stato larvale fino a diventare l’adulto, un coleottero giallo e nero. Per svernare si rifugia sotto terra, esce quando il terreno supera stabilmente i 10-12 gradi, lo troviamo solitamente a maggio in cerca di cibo.

Ma vediamo insieme come combattere questo insetto. 

Il danno è causato dagli adulti e soprattutto dalle larve di dorifora della patata. Entrambi si cibano delle foglie della pianta. 

Così facendo, indeboliscono la pianta la quale non riesce più ad effettuare una corretta fotosintesi e quindi l’attività vegetativa rallenta o addirittura si arresta. Il danno economico per l’agricoltore è enorme.

Come prevenire gli attacchi della dorifora?

L’unico sistema di prevenzione della dorifora è la rotazione delle colture. 

Sulle dimensioni di un piccolo orto familiare però questo metodo non può dare molti risultati: se si spostano le patate di pochi metri il coleottero adulto le raggiunge senza difficoltà. Per colture su maggior scala è invece importante non ripetere piante solanacee su uno stesso terreno, in modo da non attrarre dorifore.

Il nostro rimedio contro la dorifora

La lotta alla dorifora in un piccolo orto biologico si fa in primo luogo con controlli manuali, questo semplicissimo metodo funziona molto bene sulle larve, l’importante è prendere per tempo l’infestazione. Se si ispezionano con cura le piante durante il mese di maggio si può intercettare la prima generazione di coleotteri neonati e rimuoverli, tenendo sotto controllo l’insetto senza fare alcun trattamento.

Olio di Neem

L’Olio di Neem è una sostanza ricavata dai semi dell’albero indiano Azadirachta indica.

L’olio viene utilizzato da centinaia di anni sia in agricoltura che in giardinaggio prevalentemente per il controllo degli insetti nocivi.

Naturale e biologico, l’olio di Neem riserva anche altre proprietà benefiche, fra cui l’azione di contenimento dei nematodi, l’azione fungicida e naturalmente insetto-repellente.

L’effetto nei confronti di afidi e cocciniglie è il più conosciuto ma non bisogna dimenticare l’effetto schermante che si instaura attraverso una sottilissima pellicola che favorisce l’attecchimento di funghi fitopatogeni quali l’oidio (mal bianco) , ruggini ecc.

Efficace la sua azione repellente rendendo indesiderabili le foglie a insetti insidiosi quali, la dorifora della patata, tripidi e larve dei lepidotteri e l’altica. 

Il prodotto è atossico per gli animali e l’uomo.

Il prodotto non danneggia gli insetti impollinatori. Può essere utilizzato anche in prossimità della fioritura. Efficace risulta la sua azione contro i nematodi. Utilizzato nel terriccio dell’invasatura contrasta efficacemente nematodi e attacchi fungini in generale.

È un olio vegetale ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi di Azadirachta Indica, appartenente alla famiglia delle Meliacee. 

Il Neem è conosciuto ormai in tutto il mondo per le sue straordinarie proprietà e le sue molteplici applicazioni. Il prodotto non per uso umano o cosmetico, può essere utilizzato come coadiuvante per uso agricolo attraverso applicazioni fogliari.

Dosi e modalità di utilizzo

L’Olio di Neem si applica solo in caso di larve, direttamente su di esse (100 ml per litro) o per via fogliare contro insetti e parassiti (6 ml per litro per prevenzione e mantenimento – fino 12 ml in caso di grave infestazione). 

Attenzione: non si applica per via radicale (cioè il classico innaffiamento) 

Il Neem può essere usato anche come alternativa al classico antizanzare con una maggiore concentrazione di 20 – 24 ml per litro, da spruzzare sul prato ogni 5 giorni di sera al fresco. Il dosaggio migliore è 1 litro di prodotto diluito ogni 10 mq di prato (non spruzzare su fiori e foglie, si rischiano bruciature).

Per saperne di più  leggi la nostra guida qui.

Per applicazioni fogliari contro insetti e parassiti utilizzare 6 ml per litro per prevenzione e mantenimento fino a un massimo di 12 ml  per litro in caso di grave infestazione.

Si consiglia di eseguire il trattamento durante le ore serali.

Olio di Lino

Potenziatore delle difese delle piante.

È un preparato naturale ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi di lino. Il prodotto attiva le naturali difese delle piante nei confronti degli insetti, in particolare di tutte le tipologie di cocciniglie.

Dosi e modalità di utilizzo

Ortaggi, fruttifere e ornamentali: primavera estate diluire 10 ml per litro, mentre in autunno inverno diluire 5 ml per litro di Olio di Lino in 1 litro di acqua ed irrorare la pianta da una distanza di circa 40-50cm. 

Azione preventiva: dall’inizio della fioritura fino a prima della raccolta, effettuare 1 trattamento ogni 10-15 giorni. 

Azione post- traumatica: trattare al manifestarsi delle infestazioni ed eventualmente ripetere il trattamento dopo 5-15 giorni. Effettuare gli interventi nelle ore più fresche della giornata.

Sapone Molle Potassico

Il Sapone Molle Potassico potenzia le difese delle piante nei confronti degli insetti come afidi, aleurodidi, cocciniglie e acari.

Agisce contro le fumaggini, sciogliendo la melata prodotta dagli acari.

È utilizzabile in orto e giardino. Il prodotto può essere utilizzato durante tutto l’anno e in qualsiasi momento del ciclo produttivo. Utilizzato come coadiuvante aumenta l’efficacia dei prodotti insetticidi o dei prodotti naturali.

Dosi e modalità di utilizzo

  • Prodotto Puro: 10 ml per prevenzione e mantenimento, fino 20 ml in caso di grave infestazione.
  • Prodotto spray – pronto all’uso: bagnare uniformemente la pianta ed evitare il gocciolamento.

Si consiglia di eseguire il trattamento durante le ore serali. Azione preventiva: trattare ogni 5 – 10 gg.

Azione curativa: trattare al manifestarsi delle infestazioni e ripetere i trattamenti con maggiore frequenza anche ogni 5 giorni se necessario.

Conclusioni

Hai mai avuto a che fare con la dorifora? 

Se sì, come l’hai combattuta?

Raccontaci la tua esperienza!

Alla prossima guida, 

Il Team di Closter.