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Il tuo balcone in inverno: guida pratica alla cura

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7 consigli pratici per curare il tuo balcone e mantenere sane le piante anche in inverno

Sul balcone e in terrazza il freddo può essere molto penalizzante poiché le piante non beneficiano che di un piccolo pane di terra e di un vaso come isolante. La prima cosa che dovete programmare è la scelta delle piante. Se non avete dove ricoverarle, indirizzarvi su piante davvero rustiche a cui basti una pacciamatura superficiale e qualche giro di plastica a bolle o di carta di giornale.

Non dimenticate il vento, che può essere più rovinoso del gelo.

Tenete sempre d’occhio le previsioni e se dovete annaffiare fatelo sempre prima dell’arrivo di freddo e vento.

Soprattutto se siete agli inizi e vi piace sperimentare, e avete delle belle piantine che vorreste riuscire a portare alla primavera successiva, potreste essere colti da un po’ di paranoie e fare incubi sulle piante (non preoccupatevi, è una malattia piuttosto comune, e purtroppo regredisce con l’esperienza).

Ciò che dovete sempre mettere in conto è la possibilità di perdere qualche pianta a cui tenete. Accade spesso, accade a tutti, anche a giardinieri super esperti. Nel giardino, come in molte altre cose, non c’è alcun altro modo di imparare se non sbagliando.

Serra o cassone per riparare le piante

Sogno di moltissimi, non semplice da gestire, una serra amplia enormemente le possibilità di un giardiniere. Se ne avete la possibilità anche una piccola serra funzionale al ricovero delle piante più delicate va più che bene. Se non ne avete la possibilità, considerate l’idea del cassone freddo, una specie di “mano santa” per le piante. 

Si può costruire da sé, nei disparati modi dell’ingegno individuale, ma basterebbe un vecchio cassetto da armadio coperto con del vetro o del policarbonato trasparente. Si pongono i vasi all’interno, con o senza pacciamatura sul fondo, e si arieggia quando fa caldo. Si tiene chiuso durante i freddi, le nevicate, le piogge e le grandinate.

Il cassone aiuta enormemente a proteggere le piccole talee o piantine che vorreste traghettare alla primavera successiva: in mancanza di una vera e propria serra, può fare la differenza.

Il vento

Imparerete che poche cose possono essere letali come un vento gelido. Se il vostro balcone è ventoso, sarebbe opportuno, prima di ogni altra cosa, provvedere a dei pannelli frangivento. Ne esistono di elegantissimi che danno anche un po’ di privacy (ma se preferite potete sceglierli trasparenti). 

Raggruppate le piante che potrebbero soffrire con il freddo e infilate saldamente dei lunghi bastoncini di bambù o canna nei vasi più grandi. Usateli come montanti per creare una sorta di “baldacchino” di tessuto-non-tessuto. Alla base fermate il telo con spago o rafia. Siate precisi nel fissare e legare bastoni e teli, per evitare che si inclinino, rovinando le fronde delle piante.

Cactus e piante grasse

Anche se poche, esistono alcune piante grasse resistenti al freddo: infatti molte cactacee sono rustiche, come l’Agave parryi, rustica fino a Zona USDA 5. Anche il comunissimo Echinocereus, il Sedum, il Sempervivum, la diffusa Delosperma cooperi e molte specie di Opuntia possono resistere in zone fredde. Potrebbero però essere comunque danneggiate da grandine, troppa acqua, vento tagliente.

Il TNT (tessuto-non-tessuto) è una buona soluzione se avete pochi vasi e le piante sono piccole. Se ne avete molti dovrete trovare spazio in casa o acquistare una serra da balcone. Sono piuttosto bruttarelle, ma assolvono dignitosamente alla loro funzione. Prendetela più grande che potete, anche se avete poche piante (garantirà maggiore circolazione d’aria) e posizionata in un punto ben caldo, senza tentare di “abbellirla” con adesivi o disegnini. Una volta finiti i freddi, la serra va ben piegata e riposta con cura.

Cosa fare dei bulbi?

Sconsiglio la rimozione dei bulbi in inverno, a meno che non siate già molto esperti o non abbiate varietà particolarmente pregiate.

I danni che si fanno con l’estrazione di bulbi e rizomi superano quelli di un inverno freddo, inoltre la conservazione deve seguire standard davvero elevati, professionali, per essere efficace, altrimenti vedrete i bulbi rinsecchirsi o marcire.

Con certi tipi di bulbo, come i tulipani, difficili quando non impossibili da portare da una primavera alla successiva, meglio lasciar perdere e ricomprarli, o scegliere bulbi rustici e poco esigenti come i narcisi.

Le dalie, considerate delicatissime, con una buona copertura sopravvivono bene anche in Inghilterra (ce lo racconta Margery Fish nel suo libro Fare un giardino), mentre la Canna indica potrebbe avere dei problemi. In quel caso è consigliabile una eccellente copertura del vaso o il ricovero in interni (anche in zone buie, purché non fredde e umide).

E dei vasi sparpagliati cosa ne faccio?

Il dilemma dei dilemmi. 

Vasi in cui si è seminato qualcosa ma non ci si ricorda più cosa, talee che forse hanno attecchito e forse no, giovani germogli e piccole piantine sfuse.

Se potete infilare qualcosa in vasi più grandi, bene, altrimenti non toccate il pane di terra per non disturbare le radici. L’ideale è la serra fredda, ma anche un qualsiasi tipo di scaffale o scaletta può assolvere alla funzione, coprendolo con della plastica un po’ pesante.

Ci sono sistemi ingegnosi per costruire uno scaffale da piante a basso costo, anche molto carino. Un sistema molto funzionale e diffuso è quello di usare delle comuni cassette di plastica per la frutta, del tipo per le olive. 

Avendo bordi alti è possibile inserirvi delle piantine un po’ più grandi, con ramificazioni fragili o non lignificate. Ovviamente la base va coibentata, e anche ogni vasetto avvolto in carta di giornale o plastica a bolle. Se la carta si bagna dovrete sostituirla con altra asciutta. Coprite tutto con policarbonato, plexiglass o vetro e sarebbe anche meglio appoggiarle su un pallet per isolarle dal pavimento. Le cassette sono impilabili, ma le piante in basso prenderanno meno luce.

Sbalzi di temperatura: aiuto!

Prima d’ogni cosa acquistate piante rustiche, che possono sopportare gelate prolungate. Di solito si dice che quando il terreno è gelato non si deve annaffiare, ma alcuni lo fanno, con molta cautela e accuratezza, quando le piante soffrono davvero la sete, scavando il terreno con un succhiello e tentando di avvicinarsi alle radici profonde.

Le piante in balconiera sono quelle più a rischio: superare due o tre gelate di seguito in vasi piccoli è una sfida, perciò è meglio proteggerle bene rimuovendo dalla balconiera e proteggendo i vasi con plastica a bolle.

Non pensate che per i vasi piccoli basti mettere un po’ di pacciamatura: il freddo passerà di sotto e di lato, per ottenere un risultato il vaso stesso deve essere protetto anche all’esterno.

Se la pianta non è meno che ben rustica non potrà mai sopportare una serie di gelate, seguite da bel tempo (magari secco), specie in vasi più piccoli e meno protettivi.

Annaffiare quando non piove

In inverno le piante vanno in stasi vegetativa, ma non per questo bisogna smettere di irrigare. Quelle che mantengono una chioma verde hanno comunque bisogno d’acqua, anche se sporadicamente. Inoltre bisogna sempre considerare il terriccio: quello industriale dei sacchetti è ricco di torba, che se non irrigata perde la sua elasticità (per questa ragione andrebbe fatto il compost casalingo da usare nei vasi, miscelato a vermiculite e altri ammendanti). Anche le piante legnose hanno bisogno d’acqua se non piove, specie se sono state concimate.

Mentre non bisogna assolutamente far prendere troppa acqua alle piante grasse, a quelle alpine e alle bulbose.

In ogni caso lasciate asciugare il terriccio tra una irrigazione e l’altra.

Conclusioni

E tu? Hai iniziato a prenderti cura delle piante del tuo balcone prima che arrivi l’inverno? 

Cosa sei solito fare? 

Raccontacelo nei commenti!

Alla prossima guida, 

Il Team di Closter.