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Autore: Closter

Come curare un bonsai

Guida su tutto quello che devi sapere per prenderti cura di un bonsai

Curare un bonsai, oltre al rispetto per la pianta e a rientrare nella “manutenzione ordinaria”, è una pratica per prevenire e ridurre al minimo la probabilità di patologie vegetali. A differenza delle piante in pieno terreno, il bonsai è un sistema chiuso. Per questo motivo può contrarre malattie più facilmente ed è, quindi, importante un controllo più accurato e svolto con regolarità.

Inoltre c’è da considerare la dimensione ridotta del bonsai che può rappresentare un fattore di rischio, proprio perché le piante piccole possono sviluppare delle complicazioni più severe in caso di malattia, essendo meno resistenti.

C’è da dire comunque che anche adottando tutte le misure adeguate c’è sempre la possibilità, anche se significamente inferiore, che la pianta possa contrarre una malattia, per una serie di variabili che non è possibile prevedere.

È quindi fondamentale riconoscere un bonsai malato in maniera tempestiva per bloccare la malattia sul nascere, scongiurando così eventuali complicazioni, ed è altrettanto importante indovinare il tipo di patologia subita per non compromettere ancora di più lo stato di salute della pianta, rischiando di portarla alla morte.

Facciamo adesso una panoramica sulle malattie che può contrarre un bonsai e il relativo modo di curare il bonsai.

Tipologie di malattie bonsai

Per curare bonsai è necessario utilizzare dei trattamenti specifici che vanno a tamponare i danni, favorendo la guarigione della pianta.

A seconda della malattia contratta, il tipo di intervento applicato si differenzia in base a gravità e caratteristiche della patologia.

Possiamo catalogare le malattie bonsai in tre macro gruppi che si differenziano tra loro per il modo in cui attaccano la pianta e per le complicazioni che possono derivarne:

  • Malattie fungine: prevedono la formazione di spore sulla pianta che proliferano all’interno di tutto il corpo del bonsai.
  • Marciume radicale e mal bianco sono due esempi di malattie fungine.
  • Malattie batteriche/parassitarie: rappresentano uno dei gruppi di malattie bonsai meno gravi. Tuttavia, trascurare o non notare la presenza di questo tipo di patologie può portare alla formazione di cancri o necrosi potenzialmente fatali.
  • Malattie virulente: di base rappresentano un tipo di malattie che non è possibile curare con prodotti a spruzzo, quindi l’unica soluzione è recidere le parti malate per farle ricrescere in maniera sana.

Curare un bonsai dal Marciume radicale

Si tratta di una delle malattie bonsai più note. Si sviluppa a causa di un eccesso di acqua ricevuta durante l’annaffiatura, che ristagnando all’interno del vaso, fa marcire le radici.

Solitamente ciò avviene a causa di un drenaggio non funzionante o per via un’eccessiva quantità d’acqua.

Se trascurato, il marciume radicale può portare alla morte della pianta, quindi per curare il bonsai dal marciume radicale, è necessario intervenire in fretta, rimuovendo la pianta dal vaso, procedendo alla potatura delle radici morte e preparando il nuovo terreno che ospiterà la pianta.

La nostra soluzione: Bonsai Love

Concime naturale per bonsai che rilascia gli elementi nutritivi attraverso una lenta cessione e che mantiene un adeguato contenuto di sostanza organica nel terreno favorendone la fertilità biologica. 

Concime solido granulare a base di azoto, fosforo e con un alto contenuto di potassio al 10 % per consentire uno sviluppo contenuto della pianta.

Fertilizzante con effetto energizzante grazie al quale la tua pianta apparirà rinvigorita e forte, perfetto per chi ama prendersi cura del proprio bonsai e che non può mancare nel kit del vero appassionato.

Concime organo minerale appositamente studiato per la crescita e la coltivazione del bonsai che può essere impiegato su tutti i tipi di bonsai da interno e da esterno. Prodotto consentito in agricoltura biologica.

Scopri tutti i dettagli qui.

Conclusioni

Hai mai coltivato e curato un bonsai? 

Come te ne sei preso cura? 

Raccontacelo nei commenti, 

Il Team di Closter.

Come togliere le macchie dal tuo prato e renderlo nuovamente verde e sano

I funghi micorrizici: i tuoi alleati per avere un prato sano e rigoglioso anche durante le stagioni autunnali e invernali

Quello di togliere le macchie del prato è un problema di molti possessori di giardini. In vista della primavera possiamo prevedere una serie di interventi, come la semina e l’infoltitura di zone rovinate e spelacchiate. Oltre al normale calpestio e alla comprensibile esuberanza di bambini e animali domestici, il prato si può danneggiare e “macchiare” anche a causa di malattie fungine.

In questo caso è bene intervenire tempestivamente, poiché il problema tenderà a ampliarsi, rovinando altre zone di prato.

Togliere le macchie del prato: le malattie fungine

Sono molte le malattie fungine che possono colpire un tappeto erboso, come il Pythium spp, la Phytophtora capsici ma soprattutto la Rhizoctonia solani.

Lo sviluppo di questi funghi è favorito da temperature alte associate a umidità elevata. Provano marciumi radicali che portano alla necrosi e all’avvizzimento dei fili d’erba. Si evidenziano con macchie di prato decolorate o addirittura spoglie.

Si annidano nel terreno e si propagano velocemente tramite il contatto diretto, l’acqua di irrigazione, gli insetti e persino le correnti d’aria. Sopravvivono a temperature comprese tra i 9° C e i 30° C, ma le temperature ottimali per il suo sviluppo sono tra i 20 e i 30°C, con temperature notturne superiori ai 16°C.

Conoscendo le caratteristiche della malattia, possiamo intervenire in modo preventivo adottando alcune regole colturali atte a prevenire l’arrivo di spore. 

Come per esempio un’irrigazione calibrata e non eccessiva e un’altezza di taglio non troppo bassa.

Come risolvere il problema in modo biologico

Radice Forte: Concime con Micorrize

Concime in polvere con micorrize concentrate e fertilizzante naturale  per piante, prato e orto. Contiene micelio e spore vitali di funghi micorrizici, portatori di numerosi benefici:

  • creazione del legame simbiotico con le radici delle piante, riformando le ife che assorbono gli elementi nutritivi.
  • sviluppo radicale e maggiore assorbimento dal terreno dei macro e dei microelementi.
  • radicazione e attecchimento di nuovi impianti di fruttiferi, orti, prati, giardini e semi.
  • maggiore resistenza a stress termici/idrici e a malattie causate da funghi, batteri e agenti patogeni.
  • maggiore resistenza a fenomeni di stanchezza e di stress.

Dopo l’utilizzo del nostro concime con micorrize le tue piante non appariranno più sofferenti ma rinvigorite e forti con una produzione consistente e sana di foglie, fiori e frutti.

Poiché le micorrize lavorano in maniera ottimale a temperature del terreno da 8 a 30 gradi, portano benefici anche nei periodi autunnali ed invernali

Sotto gli 8 gradi rimangono dormienti per poi riattivarsi spontaneamente all’aumento della temperatura. Prodotto consentito in agricoltura biologica.

Come si utilizza?

  • Dosaggio generico: da 5 a 10 gr ogni Lt di acqua per trattare circa 5 mq di terreno/prato/orto/fiori
  • Dosaggio per prato erboso: da 50 a 100 gr in 10 Lt x 50 m2 di terreno trattato nella fase di irrigazione, si consigliano più applicazioni durante l’intera stagione.
  • Dosaggio per orto e piante ornamentali: da 50 a 100 gr in 10 Lt x 50 m2 – durante la fase di irrigazione.

Prima di applicare il prodotto versare il contenuto della confezione in un recipiente con acqua e mescolare bene fino a quando non si ottiene una soluzione liquida.

Lasciare riposare la soluzione per alcuni minuti, quindi portare la soluzione stessa al volume d’acqua necessario ad eseguire il trattamento. Si consiglia di impiegare la soluzione ottenuta nell’arco delle 24 h.

Conservare a temperatura tra 10 e 25°C.

Si consiglia di applicare il prodotto fin dall’inizio del ciclo colturale.

Conclusioni

E il tuo giardino ha mai avuto delle strane macchie giallastre? 

Se sì, come hai risolto questo problema? 

Alla prossima guida, 

Il team di Closter

Combattere la cavolaia con  soluzioni naturali e biologiche

La nostra risposta 100% naturale contro questo parassita: olio di neem, olio di lino e macerato d’ortica

La cavolaia, un insetto che chiunque ha un orto conosce bene e teme. Questa specie di lepidottero è particolarmente attratto dai cavolfiori, dai broccoli neri, dalle verze.

Insomma, tutti ortaggi che ci apprestiamo a coltivare nella stagione autunnale. Impariamo quindi a riconoscere tempestivamente la cavolaia, in modo da poter attuare una strategia di difesa biologica che ci consentirà di arginare tranquillamente il diffondersi nelle nostre colture di questo fastidioso e dannoso insetto.

Esistono diversi modi per eliminare la cavolaia con metodi naturali una volta che un focolaio ha infestato le nostre piante. 

Alcuni sono di tipo meccanico, altri prevedono l’utilizzo di prodotti che sono comunque consentiti in agricoltura biologica. Naturalmente nessuna di queste tecniche di rimozione di questo comune parassita del cavolo prevede l’uso di pesticidi chimici. 

Curioso di scoprirli? 

Vediamo insieme di quali tecniche si tratta e scopriamo come metterle in pratica.

Come eliminare la cavolaia con metodi meccanici

Si tratta di metodi che possono essere messi in pratica subito, e tra questi abbiamo: le reti antinsetto, le trappole elettriche e la rimozione manuale. 

Vediamoli in dettaglio.

Reti antinsetto

Per evitare che la farfallina di cavolaia deponga le sue uova sulle nostre piante, possiamo, in primissima battuta, usare le reti antinsetto. Si tratta di una vera e propria barriera meccanica, che impedisce al parassita di raggiungere fisicamente gli ortaggi.

Questi strumenti sono ottimi per chi ha frutteti all’aperto perché aiutano a proteggere le piantagioni da cimici ma anche da agenti atmosferici come la grandine (altro grave problema per chi coltiva in campo aperto). 

La rimozione manuale

Se volete eliminare la cavolaia dalle piante e usare rimedi poco invasivi, potete procedere alla rimozione manuale delle larve. 

Questo è il metodo più naturale, anche se è il più faticoso. Si tratta infatti di un lavoro che si fa la mattina presto, quando le larve di cavolaia sono più attive e intente a mangiare le foglie dei cavoli. 

Munitevi di un secchio e camminate tra le piante, girando la pagina inferiore delle foglie dove la cavolaia di solito si ripara.

Come eliminare la cavolaia con metodi naturali

Tra i modi per eliminare la cavolaia con metodi naturali, abbiamo tre tipi di prodotti. Sono tutti naturali ed efficaci e si tratta nello specifico del macerato d’ortica, l’olio di neem e l’olio di lino.

Vediamo insieme le loro caratteristiche. 

Olio di Neem

L’Olio di Neem è una sostanza ricavata dai semi dell’albero indiano Azadirachta indica. L’olio viene utilizzato da centinaia di anni sia in agricoltura che in giardinaggio prevalentemente per il controllo degli insetti nocivi.

Naturale e biologico, l’olio di Neem riserva anche altre proprietà benefiche, fra cui l’azione di contenimento dei nematodi, l’azione fungicida e naturalmente insetto-repellente.

Efficace la sua azione repellente rendendo indesiderabili le foglie a insetti insidiosi quali cimici, la dorifora della patata, tripidi e larve dei lepidotteri e l’altica. 

Il prodotto è atossico per gli animali e l’uomo e non danneggia gli insetti impollinatori. 

Può essere utilizzato anche in prossimità della fioritura. Efficace risulta la sua azione contro i nematodi. Utilizzato nel terriccio dell’invasatura contrasta efficacemente nematodi e attacchi fungini in generale.

DOSI E MODALITÀ DI UTILIZZO

In caso di presenza di questo particolare acaro potete applicare l’Olio di Neem direttamente sulla pianta interessata per via fogliare. In generale contro insetti e parassiti le dosi variano dai 6 ai 12 ml per litro (6 ml per prevenzione e mantenimento – fino 12 ml in caso di grave infestazione).

Attenzione: non si applica per via radicale (cioè il classico innaffiamento) se non per contrastare le larve nel terreno.

Il Neem può essere usato anche come alternativa al classico antizanzare con una maggiore concentrazione di 20 – 24 ml per litro, da spruzzare sul prato ogni 5 giorni di sera al fresco. 

Il dosaggio migliore è 1 litro di prodotto diluito ogni 10 mq di prato (non spruzzare su fiori e foglie, si rischiano bruciature).

  • Prodotto tal quale in flacone da litro o 250 ml

Per applicazioni fogliari contro insetti e parassiti utilizzare 6 ml per litro per prevenzione e mantenimento fino a un massimo di 12 ml  per litro in caso di grave infestazione.

Si consiglia di eseguire il trattamento durante le ore serali.

Olio di Lino

Potenziatore delle difese delle piante. È un preparato naturale ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi di lino. Il prodotto attiva le naturali difese delle piante nei confronti degli insetti, in particolare di tutte le tipologie di cocciniglie.

Per scoprire tutti i dettagli, clicca qui.

Macerato d’Ortica

Rimedio naturale a base di estratti vegetali di ortica contro insetti acari e funghi. Agisce contro afidi, acari, cocciniglia e malattie fungine come oidio e peronospora, favorisce lo sviluppo delle difese naturali delle piante.

Prodotto disponibile in versione puro o diluito/pronto all’uso, non nocivo per uomo, bambini e animali. 

Per scoprire tutti i dettagli, clicca qui.

Conclusioni

Conosci altri metodi naturali per combattere la cavolaia? 

Se sì quali? 

Raccontacelo nei commenti, 

Il Team di Closter.

Olio di Neem repellente naturale di insetti e parassiti

Stop ad insetti, funghi, acari e parassiti grazie all’olio di Neem. Scopri come usarlo sulle tue piante, fiori e animali

Dell’olio di Neem repellente naturale si parla davvero tanto.

In realtà, tuttavia, il suo effetto benefico non si ferma solamente alla cura della persona e degli animali, ma anche a quella delle piante: il Neem trova uso, infatti, anche sulle piante. L’azione naturale antiparassitaria dell’olio di Neem è un alleato straordinario per tenere lontani tutti gli insetti nocivi senza però disturbare quelli benefici come ad esempio la coccinella e l’ape. 

Essendo l’olio di Neem un prodotto naturale non tossico, risulta completamente sicuro per la salute di persone e animali. Gli usi sulle piante vanno dall’orto di casa all’uso in terreni di grosse dimensioni. Inoltre l’olio di Neem ha un prezzo accessibile a tutti, contrariamente a molte altre soluzioni chimiche che spesso hanno prezzi piuttosto proibitivi.

Vediamo insieme alcune delle caratteristiche che rendono questo fantastico prodotto così eccezionale per la salute delle piante.

Olio di Neem repellente naturale per le Piante

Sempre più giardinieri e agricoltori che lavorano in orti e floricoltura utilizzano l’olio di Neem per il controllo di insetti e parassiti come alternativa valida e 100% naturale agli insetticidi chimici. L’uso di quest’olio vegetale dalle tantissime proprietà benefiche è sempre più diffuso nella protezione delle colture biologiche e non contro insetti, parassiti ed alcune patologie delle piante.

Quali sono i benefici? 

I vantaggi dell’utilizzo dell’olio di Neem sono numerosi. Grazie al suo principio attivo, l’azadiractina, funziona sulle piante come un insetticida naturale agendo sul ciclo vitale, alimentazione e muta degli insetti e parassiti.

L’utilizzo dei prodotti a base di Neem in agricoltura, orti e floricoltura è davvero molto vasto: in campo, orto, giardino, serra, frutteto, balcone e persino in casa si può utilizzare in sicurezza su quasi tutti i tipi di piante. 

L’utilizzo dell’Olio di Neem permette a giardinieri ed agricoltori di avere un’alternativa del tutto naturale con effetto insetticida e antiparassitario, agisce sul sistema ormonale e ciclo vitale come fagodeterrente (gli insetti smettono di riprodursi e nutrirsi) crea un ambiente sfavorevole per gli insetti giovani e adulti, è efficace contro:

  • afidi, 
  • acari, 
  • cocciniglia, 
  • psilla, 
  • cimice, 
  • coleotteri, 
  • lepidotteri, 
  • mosca bianca 
  • e tanti altri insetti e parassiti dannosi.

Attivo anche contro batteri e malattie delle piante, rinforza le difese naturali delle piante contro gli attacchi esterni. 

100% naturale, non è dannoso all’ambiente, uomo, animali e insetti benefici.

Come Utilizzare Efficacemente l’Olio di Neem sulle piante

L’Olio di Neem si applica solo in caso di presenza di parassiti o acari, ma direttamente sulla pianta interessata per via fogliare contro insetti e parassiti (6 ml per litro per prevenzione e mantenimento – fino 12 ml in caso di grave infestazione). 

Attenzione: non si applica per via radicale (cioè il classico innaffiamento) se non per contrastare le larve nel terreno.

Il Neem può essere usato anche come alternativa al classico antizanzare con una maggiore concentrazione di 20 – 24 ml per litro, da spruzzare sul prato ogni 5 giorni di sera al fresco. 

Il dosaggio migliore è 1 litro di prodotto diluito ogni 10 mq di prato (non spruzzare su fiori e foglie, si rischiano bruciature).

  • Prodotto tal quale in flacone da litro o 250 ml

Per applicazioni fogliari contro insetti e parassiti utilizzare 6 ml per litro per prevenzione e mantenimento fino a un massimo di 12 ml  per litro in caso di grave infestazione.

Si consiglia di eseguire il trattamento durante le ore serali.

Olio di Neem come antiparassitario per animali

Come ti anticipavo, i benefici dell’olio di Neem sono davvero tantissimi e non si limitano solo alle piante / fiori. 

Infatti, è un ottimo alleato anche per la lotta contro i parassiti dei nostri amici a 4 zampe

Noi di Closter abbiamo pensato ad una soluzione per aiutare i nostri amici a quattro zampe con una soluzione 100% green e naturale: l’Olio di Neem. 

Abbiamo creato infatti una soluzione spray, pronta all’uso: Closter Neem Pet Protection

È l’alternativa naturale al tradizionale antiparassitario per cani e antiparassitario per gatti, antipulci gatto, antipulci cane, anti acaro e anti zanzare, creato per proteggere gli animali domestici. 

L’olio può essere applicato esternamente sul manto e garantisce protezione contro pulci, zanzare e zecche, agendo anche sullo stato larvale e sulle uova.

Applicabile anche sui cuccioli sopra i 3 mesi.

Perché usare Pet Protection

Delicato sulla pelle, senza risciacquo, l’Olio di Neem forma una barriera sul pelo dell’animale. Combatte insetti e parassiti paralizzando il sistema endocrino impossibilitando così la riproduzione e altre funzioni vitali. È uno spray anti acaro, anti mosche, anti zecche, anti zanzare e antipulci per cani e gatti, un repellente che rilascia un gradevole odore.

Conclusioni

Scegliere di utilizzare un repellente naturale è un’azione del tutto in linea con il rispetto della natura, aspetto indispensabile in questi tempi duri per l’ambiente. 

I benefici derivanti dall’uso di olio di Neem in sostituzione dei prodotti chimici sono, infatti, innumerevoli, soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale che ne consegue: la sua completa naturalezza lo rende, infatti,  non inquinante e, per questo motivo, amato da chi ama la natura.

Tu hai mai usato l’Olio di Neem? 

Alla prossima guida, 

Il team di Closter

Come combattere il ragnetto rosso con due soluzioni naturali e biologiche

Olio di Neem e Sapone Molle di Potassio: i tuoi alleati naturali e biologici per combattere gli attacchi del ragnetto rosso

A primavera, quando le temperature raggiungono o superano i 20 gradi iniziano ad uscire dai loro nascondigli e a invadere davanzali, muri e orti i famigerati ragnetti rossi (Tetranychus urticae) che in realtà ragni non sono, ma acari.

Per fortuna non rimangono a lungo perché il troppo caldo li uccide, ma durante i giorni di clima mite li possiamo vedere ovunque.

Tendenzialmente non ci sono conseguenze per le piante, anche se spesso vengono invase perché questi insetti si nutrono di larve e di escrementi di uccelli. Per questo li troviamo in grande quantità anche sui davanzali o comunque in luoghi frequentati da piccioni e volatili. Inoltre i ragnetti rossi si concentrano su ringhiere e pareti proprio perché “si ricaricano” letteralmente con il sole: durante l’inverno si nascondono tra le piante o sotto le cortecce degli alberi, utilizzando l’energia accumulata in primavera. In estate invece tornano a nascondersi per il “troppo caldo”.

Anche se, come detto, non rappresentano un pericolo per le piante, la loro concentrazione può portare al disseccamento delle foglie e alla loro caduta precoce in particolare di diversi ortaggi, tra cui i pomodori ed i fagioli, oltre che di piante ornamentali e alberi da frutto. Nel caso dei fagioli, e con particolare riferimento alla soia, può attaccare sia le foglie che i baccelli.

Con loro è completamente inutile l’utilizzo di insetticidi o altri diserbanti.

E allora, come è possibile agire in modo naturale per evitare che il ragnetto rosso rovini le nostre piante ed i nostri raccolti? Come tenerli lontani dai nostri davanzali?

Come combattere il ragnetto rosso con soluzioni biologiche e naturali

Olio di Neem

L’Olio di Neem è una sostanza ricavata dai semi dell’albero indiano Azadirachta indica. L’olio viene utilizzato da centinaia di anni sia in agricoltura che in giardinaggio prevalentemente per il controllo degli insetti nocivi.

Naturale e biologico, l’olio di Neem riserva anche altre proprietà benefiche, fra cui l’azione di contenimento dei nematodi, l’azione fungicida e naturalmente insetto-repellente.

Efficace la sua azione repellente rendendo indesiderabili le foglie a insetti insidiosi quali cimici, la dorifora della patata, tripidi e larve dei lepidotteri e l’altica. 

Il prodotto è atossico per gli animali e l’uomo e non danneggia gli insetti impollinatori. 

Può essere utilizzato anche in prossimità della fioritura. Efficace risulta la sua azione contro i nematodi. Utilizzato nel terriccio dell’invasatura contrasta efficacemente nematodi e attacchi fungini in generale.

DOSI E MODALITÀ DI UTILIZZO

In caso di presenza di questo particolare acaro potete applicare l’Olio di Neem direttamente sulla pianta interessata per via fogliare. In generale contro insetti e parassiti le dosi variano dai 6 ai 12 ml per litro (6 ml per prevenzione e mantenimento – fino 12 ml in caso di grave infestazione).

Attenzione: non si applica per via radicale (cioè il classico innaffiamento) se non per contrastare le larve nel terreno.

Il Neem può essere usato anche come alternativa al classico antizanzare con una maggiore concentrazione di 20 – 24 ml per litro, da spruzzare sul prato ogni 5 giorni di sera al fresco. 

Il dosaggio migliore è 1 litro di prodotto diluito ogni 10 mq di prato (non spruzzare su fiori e foglie, si rischiano bruciature).

  • Prodotto tal quale in flacone da litro o 250 ml

Per applicazioni fogliari contro insetti e parassiti utilizzare 6 ml per litro per prevenzione e mantenimento fino a un massimo di 12 ml  per litro in caso di grave infestazione.

Si consiglia di eseguire il trattamento durante le ore serali.

Sapone Molle Potassico

Il prodotto potenzia le difese delle piante nei confronti degli insetti come afidi, aleurodidi, cocciniglie, cimici e acari.

Agisce contro le fumaggini, sciogliendo la melata prodotta dagli acari. È utilizzabile in orto e giardino.

Il prodotto può essere utilizzato durante tutto l’anno e in qualsiasi momento del ciclo produttivo. Utilizzato come coadiuvante aumenta l’efficacia dei prodotti insetticidi o dei prodotti naturali.

DOSI E MODALITÀ DI UTILIZZO

Prodotto Puro: 10 ml per prevenzione e mantenimento, fino 20 ml in caso di grave infestazione

Prodotto spray – pronto all’uso: bagnare uniformemente la pianta ed evitare il gocciolamento.

Si consiglia di eseguire il trattamento durante le ore serali.

Azione preventiva: trattare ogni 5 – 10 gg.

Azione curativa: trattare al manifestarsi delle infestazioni e ripetere i trattamenti con maggiore frequenza anche ogni 5 giorni se necessario.

Conclusioni

Conosci altri metodi naturali per combattere il ragnetto rosso? 

Se sì quali? 

Raccontacelo nei commenti, 

Il Team di Closter.

Cosa coltivare a dicembre?

La guida completa su cosa piantare nel mese di dicembre: dagli ortaggi ai fiori

Cosa coltivare a dicembre: cosa piantare e cosa seminare nel mese di dicembre e nei mesi invernali che seguono, dall’orto ai fiori che non devono mancare.

Molti pensano che non ci sia niente da coltivare a dicembre o nel periodo invernale. In parte è vero, il clima più mite moltiplica le vostre possibilità di semina ma… come dicono gli agricoltori, l’orto non riposa mai!

Anche se questo non è il periodo più indicato per le coltivazioni più popolari, non è detto che il nostro piccolo orto debba essere trascurato, anzi, è proprio in questo periodo che cadono determinate semine. 

Vediamo nel dettaglio cosa coltivare  a dicembre e quali sono le operazioni da fare a settembre sia in giardino che in orto.

Cosa piantare a dicembre

Se iniziate dalle piante già ben sviluppate, il mese di dicembre, nell’orto, è ricchissimo. Per tutte le informazioni vi rimando alla lettura della guida Cosa coltivare in inverno.

Anche a dicembre è possibile coltivare in casa pomodori e cavolini di Bruxelles, per tutte le informazioni per coltivare pomodori a dicembre, in casa, ecco la guida: come coltivare i pomodori in casa.

Per i cavoletti di Bruxelles in vaso o nell’orto: coltivare cavolini di Bruxelles.

Quali fiori coltivare a dicembre

Nel giardino è possibile eseguire l’impianto di alcune piante da fiore e ornamentali.

Coltivare alcune specie da fiore come viole o eriche.

Nel meridione è possibile ancora mettere a dimora alberi da fiore in zolla, che daranno il meglio di sé tra qualche mese.

Piantare bulbose a fioritura primaverile come tulipani e crochi.

Passiamo subito all’orto, cosa seminare? 

In qualsiasi periodo dell’anno è possibile coltivare carote, il mese di dicembre non fa eccezione. 

Poi, è ancora possibile la semina di:

  • Lamponi
  • Lenticchie
  • Mirtillo
  • Scalogno
  • Carote
  • Prezzemolo

Queste piante si possono coltivare a dicembre a partire dal seme o dalla pianta già sviluppata e pronta per l’impianto.

Per alcune semine di dicembre è meglio procedere in serra oppure in semenzaio per poi trasferire le piantine in piena terra quando saranno già sviluppate. Queste piante si possono coltivare anche con semina in pieno campo ma saranno inevitabili ritardi nella germinazione.

  • Aglio
  • Cicoria
  • Cipolle
  • Fave
  • Lattuga da taglio (va tenuta in serra tunnel o protetta con tessuto non tessuto)
  • Rape
  • Ravanelli
  • Spinaci

Come premesso, la semina in pieno orto è consigliata nelle regioni con clima mite. Le gelate, non solo tardano la germinazione ma possono danneggiare i giovani germogli. Nell’ideale, se seminate in pieno campo, dovreste operare in una serra o, almeno, proteggere la semina di dicembre con del tessuto non tessuto.

Cosa fare a dicembre nell’orto

In inverno la maggior parte delle piante sono a riposo vegetativo ma non mancano le note di colore rappresentate da bacche e fiori resistenti ai rigori del clima, come quelli del profumato calicanto o della rosa di Natale. Anche l’orto ha ancora qualcosina da offrirci e le cure non finiscono mai.

Assicurare un’adeguata protezione dal freddo alle piante da esterno più delicate, come nel caso delle rose con del tessuto non tessuto.

Pacciamare il terreno alla base delle piante con cortecce, plastiche…

Proteggere le piante grasse dal freddo somministrando potassio ed eseguendo interventi ad hoc.

Attenzione: in caso di forti nevicate, scuotete i rami delle piante ancora ricche di foglie, così da evitare che possano spezzarsi.

  • Sospendere le concimazioni del manto erboso.
  • Eliminare le foglie secche che si depositano sul manto erboso per evitare che possa formarsi della muffa.
  • Eliminare le foglie ai piedi della siepe.
  • Eliminare i residui delle colture appena esaurite.
  • Non trascurare il terreno al riposo: una vangatura profonda può predisporlo alle successive semine.
  • Approfittare della vangatura per applicare un buon concime organico, preferibilmente letame ben maturo.

E perché non approfittare di questo periodo alquanto tranquillo per pulire gli attrezzi da giardino? In questo modo dureranno di più.

Dicembre, frutta e verdura di stagione: cosa si raccoglie nell’orto a dicembre

Se le semine di dicembre sono un po’ povere, non lo è affatto il raccolto. A dicembre si raccolgono frutti, ortaggi e verdure delle coltivazioni autunnali. Per esempio, vi ricordiamo che a dicembre si possono ancora raccogliere carote, rape e sedano, oltre a cavolo nero e porri ma è bene applicare un’adeguata protezione in caso di gelo. 

Ecco l’elenco della frutta, della verdura e degli ortaggi di dicembre:

  • Arance
  • Barbabietole
  • Broccoli
  • Cachi
  • Carciofi
  • Cardi
  • Castagne
  • Clementine
  • Funghi
  • Indivia
  • Kiwi
  • Mandarini
  • Mele
  • Melograno
  • Pere
  • Piselli
  • Porri
  • Prezzemolo
  • Rabarbaro
  • Sedano rapa
  • Spinaci
  • Tarassaco
  • Topinambur
  • Verza

Conclusioni

Quali di queste colture andrai a seminare? 

Facci sapere come ti prenderai cura del tuo orto e delle tue piante in questo mese!

Alla prossima guida, 

Il team di Closter

Concimi organici azotati: la polvere di Neem

Guida su come utilizzare la polvere di Neem su orto e piante

Il concime organico rappresenta una fonte preziosissima di nutrimento per il terreno destinato alla coltivazione delle nostre piante da fiore e da frutto. Nell’orto, in giardino o in balcone la concimazione rappresenta uno step fondamentale per assicurare alle colture i giusti nutrienti e uno sviluppo sano e florido. 

Vediamo insieme cos’è, quali sono i tipi di concime organico più diffusi e come utilizzarlo al meglio.

In tema di giardinaggio e orticoltura, ogni pollice-green che si rispetti sa che la concimazione è una fase colturale molto importante poiché serve ad apportare al terreno, e quindi alle piante, tutti i nutrimenti necessari alla crescita.

Che si tratti di piante da fiore coltivate in giardino o in vaso, arbusti, piante sempreverdi, rampicanti o alberi da frutto, il concime organico è una preziosa fonte di sali minerali, micro e macro-elementi indispensabili all’accrescimento delle nostre colture.

Le piante, infatti, non vivono solo di ossigeno, carbonio e idrogeno che prelevano dall’aria e dall’acqua. La loro crescita dipende anche da altre sostanze nutritive presenti nel terreno. 

Queste sostanze si dividono in 3 categorie:

  • Macroelementi maggiori (azoto, fosforo, potassio);
  • Macroelementi secondari (calcio, magnesio, zolfo, ferro);
  • Microelementi (rame, zinco, boro, manganese, molibdeno).

Tutti questi principi nutritivi vengono ceduti alle piante attraverso il terreno – se la messa a dimora è in piena terra – o il terriccio qualora si tratti di coltivazioni in vaso. La carenza di queste sostanze, infatti, si ripercuote sull’equilibrio vegetativo della pianta e si manifesta soprattutto su foglie e frutti.

Il concime organico può essere ritenuto a tutti gli effetti un fertilizzante naturale poiché apporta al terreno tutto ciò di cui la pianta ha bisogno per crescere e prosperare. 

Ma quali sono, dove si trovano e come devono essere somministrati perché la loro resa sia davvero efficace? 

Scopriamolo insieme.

Concime organico cos’è

Il concime organico è la fonte di nutrimento più naturale e facilmente reperibile di cui l’uomo può disporre per fertilizzare il suolo, sia esso un semplice orto casalingo, sia un campo di grandi estensioni coltivato in maniera intensiva. Serve infatti a fornire alla terra il nutrimento necessario allo sviluppo delle colture.

La fertilizzazione, infatti, è una pratica molto antica e applicata sia per sostenere la fase vegetativa e riproduttiva delle piante che per mantenere inalterate le sostanze nutritive disperse nel terreno.

Oltre che per le colture in pieno campo, la concimazione organica rappresenta un intervento molto importante per le piante coltivate in vaso che necessitano ancor di più di nutrimento per sviluppare un buon apparato radicale in uno spazio molto limitato.

Il concime organico somministrato nelle quantità e nei tempi giusti, consente alle piante, comprese le varietà ornamentali, di accedere a tutti i nutrienti di cui hanno bisogno. Si tratta essenzialmente di composti biologici ricavati da depositi animali o vegetali (ecco perché ‘organici’).

I fertilizzanti biologici contengono anche acqua, cellulosa e materiale secco e vegetale di varia natura che va a integrare le risorse naturalmente presenti nel terreno con grande beneficio per le piante che vi dimorano. In generale, il concime organico può essere annoverato in due macro-categorie:

  • Concimi organici azotati, ricchi di fosforo, potassio e microelementi in quantità variabili.
  • Concimi organici NP che contengono azoto organico e fosforo di derivazione biologica, ma non potassio.

Entrambi i gruppi di fertilizzanti citati sono facilmente reperibili anche nei vivai e nei garden-center a prezzi variabili.

Nella guida di oggi ci soffermeremo sulla prima categoria: i concimi organici azotati. 

Neem in polvere: il concime organico azotato per eccellenza

Appositamente studiato per favorire lo sviluppo della microflora del suolo. Il prodotto è formulato con panelli di neem. Il formulato oltre ad avere un’azione rivitalizzante, aiuta la pianta a tenere lontani gli insetti terricoli e a superare gli stress di natura biotica e abiotica.

Le sue caratteristiche

Fertilizzante e concime azotato stimolante per il terreno a base di polvere di Neem. 

Grazie alla materia prima di origine vegetale ad azione rivitalizzante questo prodotto porta a numerosi benefici per piante, prato, giardino e orto:

  • favorisce lo sviluppo della microflora del suolo.
  • rivitalizza il terreno.
  • rafforza la pianta contro gli insetti nel suolo.
  • consente uno sviluppo regolare della pianta.
  • aiuta la pianta a superare gli stress biotici (causati da funghi, batteri, insetti, piante infestanti, animali terricoli) e abiotici (carenze o eccessi legati a fattori ambientali e climatici).
  • debella parassiti, insetti, formiche e funghi che danneggiano il tuo verde.
  • favorisce, incrementa e accelera lo sviluppo vegetativo.

In seguito all’applicazione della polvere di Neem le tue piante avranno incrementato le fondamentali attività fisiologiche della radicazione, fioritura e maturazione. Con un aiuto completamente naturale appariranno rinvigorite e forti, con una produzione consistente e sana di foglie, fiori e frutti. Prodotto consentito in agricoltura biologica.

Come si utilizza?

  • Forare con un cacciavite i 5 buchi, togliere la linguetta e ruotare la parte rossa.
  • Impiegare secondo le dosi consigliate e applicare nelle ore serali.
  • Ortaggi, fruttifere e ornamentali: al trapianto o prima della semina 100gr x 1m².
  • Piante in vaso: 20 gr ogni 30 giorni (vasi con diametro 25cm).
  • Tappeti erbosi: 100-150 gr x 1m² per 2 trattamenti all’anno da effettuarsi in primavera e ad inizio autunno.
  • Il prodotto va utilizzato alla ripresa vegetativa e fino ad ottobre inoltrato.

Conclusioni

Hai mai utilizzato dei fertilizzanti organici azotati? 

Se sì, quali hai utilizzato? 

Raccontaci la tua esperienza nei commenti!

Alla prossima guida,

Il team di Closter.

Mosche della frutta: come eliminarle con olio di neem e sapone molle potassico

Due soluzioni naturali e biologiche per combattere la mosca della frutta: guida all’uso

Le mosche della frutta sono un insetto che colpisce molte specie fruttifere, risulta quindi particolarmente dannoso per i frutteti. Questo è un insetto particolarmente polifago, capace di arrecare danni su molte colture.

Produce danni soprattutto sulle Drupacee e particolarmente suscettibili sono il pesco, susino, albicocco, ciliegio e fico. Più raramente colpisce le Pomacee, come melo e pero, dove l’attacco avviene soprattutto verso la maturazione dei frutti. Particolarmente gravi sono gli attacchi sugli agrumi (limone, arancio e mandarino), specialmente in annate miti e piovose.

Quali sono i danni che provocano le mosche della frutta?

I danni della mosca della frutta si evidenziano soltanto sui frutti. Come già accennato in precedenza, la femmina di questo insetto usa l’ovopositore per forare i frutti e ricavare una cavità di 1-2 mm di diametro al cui interno depone le uova. Il danno principale è causato dall’azione delle larve, che accrescendosi disgregano la polpa dei frutti. 

L’azione trofica delle larve rende impossibile commerciare i frutti, a cui si aggiunge come conseguenza l’instaurarsi di patogeni secondari (come i funghi). 

Tipico fungo che si insatura sulla frutta colpita dalla mosca è la monilia. I frutti colpiti tendono a cadere al suolo precocemente (cascola dei frutti). Non tutte le punture della mosca si evolvono con lo sviluppo delle larve. Se il frutto colpito è immaturo o il pH della polpa è sfavorevole le uova non si schiudono, si hanno in questo caso punture sterili. 

Ad ogni modo la puntura provoca la decolorazione dei frutti e quindi un danno estetico dei frutti, molto accentuato negli agrumi.

Sempre negli agrumi, sia le punture sterili che le vitali anticipano la maturazione solo dell’epicarpo dei frutti (parte esterna del frutti), generando così cascola precoce dei frutti.

Eliminare le mosche della frutta con 2 soluzioni biologiche

Tra i rimedi naturali che si possono adottare per contrastare la mosca della frutta ci sono l’Olio di Neem e il Sapone Molle di Potassio

Vediamo le loro caratteristiche. 

Olio di Neem

L’Olio di Neem è una sostanza ricavata dai semi dell’albero indiano Azadirachta indica. L’olio viene utilizzato da centinaia di anni sia in agricoltura che in giardinaggio prevalentemente per il controllo degli insetti nocivi.

Naturale e biologico, l’olio di Neem riserva anche altre proprietà benefiche, fra cui l’azione di contenimento dei nematodi, l’azione fungicida e naturalmente insetto-repellente.

L’effetto nei confronti di afidi e cocciniglie è il più conosciuto ma non bisogna dimenticare l’effetto schermante che si instaura attraverso una sottilissima pellicola che sfavorisce l’attecchimento di funghi fitopatogeni quali l’oidio (mal bianco) , ruggini ecc.

Efficace la sua azione repellente rendendo indesiderabili le foglie a insetti insidiosi quali, la dorifora della patata, tripidi e larve dei lepidotteri e l’altica. Il prodotto è atossico per gli animali, l’uomo e non danneggia gli insetti impollinatori. 

Può essere utilizzato anche in prossimità della fioritura. Efficace risulta la sua azione contro i nematodi. Utilizzato nel terriccio dell’invasatura contrasta efficacemente nematodi e attacchi fungini in generale.

Dosi e modalità di utilizzo

Prodotto tal quale in flacone da litro o 250 ml

Prodotto spray – pronto all’uso: bagnare uniformemente la pianta ed evitare il gocciolamento.

In caso di forte infestazione è consigliato una dose di 12 ml in 1 litro di acqua. Successivamente, dopo 5/7 giorni ritornare al dosaggio di mantenimento. Eseguire il trattamento sempre in ore serali, quando il sole è basso, per evitare una veloce evaporazione del prodotto e danni alla parte vegetativa. 

Sapone Molle di Potassio

Il prodotto potenzia le difese delle piante nei confronti degli insetti come afidi, aleurodidi, cocciniglie e acari.

Agisce contro le fumaggini, sciogliendo la melata prodotta dagli insetti. È utilizzabile in orto e giardino. Il prodotto può essere utilizzato durante tutto l’anno e in qualsiasi momento del ciclo produttivo. 

Utilizzato come coadiuvante aumenta l’efficacia dei prodotti insetticidi o dei prodotti naturali.

Dosi e modalità di utilizzo

• Prodotto tal quale: Uso fogliare: utilizzare 10 – 20 ml per 1 litro d’acqua.

• Prodotto spray – pronto all’uso: bagnare uniformemente la pianta ed evitare il gocciolamento.

Si consiglia di eseguire il trattamento durante le ore serali. 

Azione curativa: trattare al manifestarsi delle infestazioni e ripetere i trattamenti con maggiore frequenza anche ogni 5 giorni se necessario.

Conclusioni

Hai mai avuto a che fare con questi piccoli insetti fastidiosi? 

Hai mai pensato a delle soluzioni naturali e biologiche per contrastarli?

Raccontaci la tua esperienza!

Alla prossima guida, 

Il team di Closter.

Antiparassitario anche d’inverno? La nostra risposta.

L’antiparassitario naturale da dare tutto l’anno ai tuoi amici a 4 zampe: l’olio di neem

C’è chi pensa servano soltanto in primavera e d’estate, chi continua a metterlo anche in autunno e chi tutto l’anno … gli antiparassitari andrebbero somministrati ai nostri cani e ai nostri mici anche durante l’autunno e l’inverno?

È un pensiero comune credere che l’antipulci e gli antiparassitari si debbano iniziare a mettere con l’arrivo della primavera e dei primi caldi, quando insetti, pulci, zecche e zanzare cominciano a tornare. D’autunno poi quando le temperature si abbassano e il cielo si tinge di grigio, gli antipulci non servono, perché tanto quei piccoli animaletti non ci sono più.

Questa credenza non è del tutto vera. 

Quali parassiti?

Sfatiamo un mito: le pulci ci sono tutto l’anno. Estate, primavera, autunno e persino in inverno. Durante la bella stagione ci facciamo più caso perché con il caldo le pulci tendono a moltiplicarsi maggiormente, ma ci sono sempre!

Anzi, se per caso i nostri amici a 4 zampe dovessero prendere le pulci in inverno, a causa del riscaldamento acceso nelle nostre case, queste si moltiplicheranno “infestando” le cucce, lettini, tappeti, divani e letti … ovunque il nostro cane o il nostro gatto stia.

Per quanto riguarda le zecche, in inverno solitamente scompaiono. Tuttavia, con l’autunno che assomiglia sempre di più a una seconda primavera e gli inverni, a volte, miti, è possibile che qualche zecca resista.

Possiamo poi tirare un sospiro di sollievo per quanto riguarda pappataci, zanzare e flebotomi (portatori della Leishmaniosi): questi insetti, infatti, d’inverno e in autunno inoltrato non ci sono più!

Sarebbe bene, quindi, continuare a proteggere i nostri amici pelosetti con antipulci e antiparassitari tutto l’anno, non soltanto da Marzo a Settembre. Potrete continuare a mettere ai vostri amici l’antipulci spot on, magari allungando un po’ i tempi tra una somministrazione e l’altra, non ogni 30 giorni ma ogni 40/45 giorni … dipende un po’ dallo stile di vita del vostro cane e del vostro gatto, se escono spesso, se nella vostra zona sono presenti solitamente le pulci, se vivono all’esterno della casa. 

Come capire se i parassiti infestano il nostro animale?

Proprio per il comune pregiudizio di credere che in inverno sia sparito il problema dei parassiti tendiamo a sottovalutare la cosa e a lasciare che i fastidiosi ospiti infestino i nostri amici a quattro zampe. 

Ecco un piccolo promemoria sui sintomi a cui fare attenzione per capire se i nostri pet hanno i parassiti: dermatite, prurito, perdita di pelo, carenza di ferro e infezioni cutanee giusto per citarne alcuni. Una buona osservazione periodica della pelle, parte posteriore delle orecchie, coda e collo può aiutare molto nella cura del nostro animaletto.

Quali antipulci utilizzare?

Noi di Closter abbiamo pensato ad una soluzione per aiutare i nostri amici a quattro zampe con una soluzione 100% green e naturale:  l’Olio di Neem. 

Abbiamo creato infatti una soluzione spray, pronta all’uso: Closter Neem Pet Protection

È l’alternativa naturale al tradizionale antiparassitario per cani e antiparassitario per gatti, antipulci gatto, antipulci cane, anti acaro e anti zanzare, creato per proteggere gli animali domestici. 

L’olio può essere applicato esternamente sul manto e garantisce protezione contro pulci, zanzare e zecche, agendo anche sullo stato larvale e sulle uova. Applicabile anche sui cuccioli sopra i 3 mesi.

Perché usare Pet Protection

Delicato sulla pelle, senza risciacquo, l’Olio di Neem forma una barriera sul pelo dell’animale. Combatte insetti e parassiti paralizzando il sistema endocrino impossibilitando così la riproduzione e altre funzioni vitali. È uno spray anti acaro, anti mosche, anti zecche, anti zanzare e antipulci per cani e gatti, un repellente che rilascia un gradevole odore.

Come utilizzare Pet Protection Closter?

Quello che ci piace di più di questo prodotto è che è pronto all’uso.

Per un’azione ottimale del Pet Protection Spray:

Spruzzare Neem Pet Protection Spray su cute e pelo dell’animale da proteggere ad una distanza di 20 cm, evitando occhi e naso.

Ripetere l’applicazione nell’arco della giornata, a seconda della maggiore o minore presenza di insetti e parassiti, evitando eccessi.

Non usare su cuccioli di meno di 1 mese di vita.

Se la cuccia dell’animale è situata all’esterno di casa (balcone, terrazzo o giardino) è buona norma utilizzare il prodotto ogni 10 – 15 giorni su di essa.

Come si applica?

Spruzzare la soluzione spray sull’animale, facendo attenzione a non bagnare gli occhi e il muso dell’animale. Se la pelle è danneggiata, versare Neem Pet Protection Spray su un batuffolo di cotone e applicare sulla pelle ferita come un unguento.

Conclusioni

E tu? 

Sei solito ad usare l’antiparassitario anche nei mesi più freddi?

Alla prossima guida, 

il team di Closter.

Cosa devi sapere sui Microelementi del tuo orto e giardino

La nostra soluzione per nutrire il tuo orto e giardino con i microelementi: gli elementi vitali per le tue piante e ortaggi

Gli elementi principali necessari alla vita delle piante sono tre: Fosforo, Azoto e Potassio.

Non si tratta però degli unici elementi nutritivi utili che si trovano nel terreno dell’orto. Ci sono una miriade di altri elementi, necessari in quantità minore ma comunque molto importanti per le colture. Tra questi ci sono zolfo, calcio e magnesio che sono considerati macroelementi, per la loro fondamentale presenza, e altri non meno importanti microelementi, come il ferro, lo zinco e il manganese che sono considerati microelementi.

Ogni microelemento ha un suo ruolo nei molti processi che avvengono durante l’attività vitale dei vegetali, una carenza o un eccesso di una di queste sostanze può creare squilibri che si manifestano con fisiopatie.

Le carenze di elementi nel terreno non sono sempre dovute alla loro effettiva assenza: sovente la causa sta negli eccessi di altri microelementi antagonisti che ne osteggiano l’assorbimento. Anche il ph del suolo influisce in maniera importante nel facilitare o meno l’assorbimento dei nutrienti da parte della pianta.

Il ruolo delle concimazioni non si esaurisce quindi nel ripristino dei celebri macroelementi: è importante fornire al suolo e quindi all’apparato radicale della pianta una grande ricchezza di sostanze di cui nutrirsi. 

Per semplicità in questo articolo enumeriamo tra i microelementi tutti gli elementi utili ad eccezione della triade N P K, ossia azoto, fosforo e potassio, e riportiamo i principali elementi d’interesse per l’agricoltore.

Come riconoscere le carenze del suolo?

Un primo sintomo che si verifica spesso in caso di squilibrio nella presenza di un microelemento è la colorazione anomala delle foglie della pianta. 

Ingiallimenti non dovuti all’aridità o arrossamento delle pagine fogliari possono essere spia di un microelemento carente. Anche la cascola di foglie e fiori o l’arresto nella crescita può essere dovuto a un suolo cui manca qualche sostanza importante.

Come mantenere il terreno e l’orto in salute

Se si vuole evitare di incorrere in problemi dovuti alla carenza di un microelemento bisogna ricordarsi di tenere nutrito il suolo con periodiche concimazioni organiche. Altra fondamentale pratica agricola che evita l’eccessivo sfruttamento delle risorse del terreno è la rotazione colturale, che accompagnata a opportune consociazioni aiuta molto la pianta ad avere sempre tutte le risorse che le servono a disposizione. 

Siccome piante diverse consumano sostanze diverse è molto importante coltivare il nostro orto facendo la rotazione delle tipologie di ortaggi, questo permette di sfruttare al meglio l’apporto che ogni famiglia di piante può fornire al suolo e innescare sinergie invece di competizioni.

Come alimentare il suolo con i Microelementi

Si tratta di un concime liquido e fertilizzante naturale a base di microelementi fondamentali. Realizzato appositamente per prevenire e contrastare le più diffuse carenze di: 

  • rame, 
  • ferro, 
  • manganese, 
  • boro, 
  • magnesio, 
  • molibdeno, 
  • zinco 

La sua applicazione consente uno sviluppo regolare della pianta con ottima fruttificazione ed evita i fenomeni di stanchezza di ingiallimento fogliare, seccume del lembo e successiva caduta della foglia. 

Come utilizzarli in periodo invernale

Le escursioni termiche e gli scompensi idrici nei periodi invernali causano uno sviluppo non ottimale delle piante. Gli eventi atmosferici influenzano e condizionano la qualità dei frutti, tempo di maturazione, componenti organolettici e altro.

Le piante trattate con i microelementi supereranno gli stress termici e idrici con molta facilità senza compromettere, ma anzi aumentando, la futura produzione di frutti in caso di piante da frutto e la fioritura in caso di ornamentali. Avranno una ripresa vegetativa più rapida.

Conclusioni

Nutrire il terreno con questi microelementi è necessario per tutti i processi che avvengono nel regno vegetale. 

Sono alla base della qualità e quantità della produzione di frutti e della fioritura.

Tu hai mai provato ad utilizzarli? 

Raccontacelo nei commenti qui sotto!

Buon giardinaggio, 

Il team di Closter.